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SCANDALO ASP | Mazza, il dominus dei precari

COSENZA Franco Mazza avrebbe agito con «peculiare spregiudicatezza». Lo mette nero su bianco il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Greco nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliar…

Pubblicato il: 20/12/2016 – 13:44
SCANDALO ASP | Mazza, il dominus dei precari

COSENZA Franco Mazza avrebbe agito con «peculiare spregiudicatezza». Lo mette nero su bianco il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Greco nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa nei confronti del sindacalista dell’Ugl, coinvolto nello scandalo dei precari dell’Asp di Cosenza. Il procuratore capo Mario Spagnuolo e l’aggiunto Marisa Manzini hanno iscritto sul registro degli indagati 142 persone tra dirigenti dell’Azienda sanitaria, della Regione Calabria e quasi tutti i precari assunti. Mazza – scrivono i magistrati – avrebbe svolto un ruolo primario in tutta la vicenda e si sarebbe anche «atteggiato come vero ispiratore della linea difensiva di taluni coindagati, organizzando incontri nella sede del suo ufficio di Cetraro, con gli altri sodali perché erano stati contattati dalla polizia giudiziaria per rendere interrogatorio». Mazza avrebbe persino suggerito il «contegno da tenere davanti agli investigatori e le mendaci risposte da fornire per sviare i sospetti». Il giudice Greco motiva l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari «tenuto conto dell’elevata pericolosità sociale dell’indagato». 

«FINALITÀ CLIENTELARI» La Procura ha evidenziato come i fatti siano «cronologicamente riferibili al periodo immediatamente precedente e successivo alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria del 23 novembre 2014» e si connotano «quale deprecabile caso di indebita utilizzazione per finalità clientelari di provvidenze regionali» senza escludere «la fondatezza della tesi secondo la quale l’iniziativa dell’Asp di Cosenza rivenisse la sua causa prima nella logica della politica del consenso più che dell’effettivo efficientamento delle proprie strutture operative». Per il giudice la misura richiesta dalla Procura per Mazza «appare proporzionata alla oggettiva gravità dei fatti».

ASSUNZIONI ILLEGITTIME Mazza deve rispondere anche del reato di falso materiale assieme a un altro indagato Pasquale Capicotto, dirigente regionale, responsabile dei lavoratori lsu-lpu. Il reato contestato a entrambi trova conferma proprio nelle dichiarazioni di Capicotto che sono state riscontrate dagli inquirenti. Nelle assunzioni disposte – per i magistrati – emergerebbero «gravi e insanabili irregolarità del procedimento amministrativo nonché per mancanza di copertura finanziaria che ne determinano l’illegittimità». Il primo invio dell’impiego di personale – disposto con la nota n. 221871 dell’11 novembre 2014, a firma di altri due indagati, ovvero Gianfranco Scarpelli (ex dg dell’Asp di Cosenza) e Antonio Perri (direttore del distretto di Rogliano) – è stato prima sospeso dall’Asp stessa per «perfezionare le procedure amministrative» e poi nuovamente disposto da Perri e dal coindagato Luigi Palumbo, ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria con nota n.250270 del 23 dicembre 2014 «adottata in assenza di alcun significativo mutamento dell’illecita situazione pregressa e permanendo tutti i profili di manifesta e gravissima illegittimità della sequenza procedimentale già rassegnati».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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