Vi racconto il mio Artaud – INTERVISTA

COSENZA Ieri sera, al Teatro dell’Acquario, lo studioso di storia e filosofia Giuseppe Bornino ha presentato il suo libro “Il pesa-nervi – Linguaggio, mente e corpo in Antonin Artaud”. 
Una serata diversa da tutte le altre. Di solito, quando si tratta di presentare un libro, ci si immagina la tipica scena in cui l’autore racconta ciò che ha scritto, il perché, il come. Invece no. L’autore questa volta ha deciso di raccontare il suo libro, attraverso una “messa in scena”, come l’ha definita lui stesso, perché era il miglior modo per presentare Antonin Artaud a chi non lo conoscesse.

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Ma chi era Artaud? Era un attore teatrale, teorico del surrealismo, che ebbe la sfortuna di vivere la tragica esperienza del manicomio, allora caratterizzato dalla tortura dell’elettroshock. Un’anima distante dall’opinione pubblica, dal sentire comune con l’intento di “smascherare” i problemi che avvolgono la società. Un folle. E Bornino lo sceglie proprio per “dimostrare” che tutt’oggi, un personaggio come Artaud sarebbe etichettato come pazzo.


Sono iscritti sui nostri corpi e nelle nostre anime una serie di paradigmi, precetti e dettami che non ci appartengono. Artaud ci insegna, invece, che siamo sin da sempre “gettati” nel mondo e che la cosa più temeraria che possiamo fare è disporci all’incontro con l’altro. L’altro che irrompe nelle nostre vite.

Giuseppe Bornino si fa attore, interpreta Artaud. Con lui sul palco, Armando Canzonieri nelle vesti del Dr. Ferdiere, che ha il compito di psicanalizzare il primo. La seduta psichiatrica di un internato, insomma. 
Una rivisitazione dell’opera di Artaud, spiegata, sviscerata e letta in chiave “moderna”.

Carmen Baffi
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