CATANZARO «Sembra proprio che gli ex dipendenti della Fondazione Calabresi nel Mondo siano figli di un dio minore. Tante partecipate della Regione Calabria sono state messe in liquidazione, bollate come carrozzoni clientelari della vecchia politica, ma la chiusura dei rapporti è stata attuata con criteri legittimi». È quanto affermano gli ex lavoratori della Fondazione dei Calabresi nel Mondo. «A noi ex dipendenti della Fondazione Calabresi nel Mondo – prosegue la nota – i conti non tornano. Non tornano perché siamo stati illusi: invitati a far parte di un progetto al quale abbiamo lavorato, e che è naufragato; perché siamo stati delusi e soggiogati da contratti di collaborazione esterna che ci hanno imposto vincoli di presenza, che pure abbiamo accettato. E non tornano perché siamo stati beffati: firmando contratti che non sono stati onorati. Oggi tanti ex dipendenti della Fondazione Calabresi nel Mondo si ritrovano, oltre che senza lavoro, a vedersi negati gli stipendi maturati. Eppure la liquidazione prevede la chiusura di un rapporto in termini di legge. Di quattro mensilità risalenti al 2014 ci è stato corrisposto solo il 30%. Con una indifferenza totale, Viscomi, vicepresidente della Giunta regionale con delega alle partecipate e al bilancio ed ex coordinatore del Comitato scientifico della Fondazione dei Calabresi nel Mondo non ha tenuto conto, nella legge di bilancio, delle nostre spettanze arretrate risalenti al 2014, quando abbiamo prestato la nostra attività lavorativa per la stessa Fondazione. Né tantomeno ha inteso rispondere alle continue sollecitazioni della Cgil che più volte ha sollevato la questione dei nostri stipendi arretrati. Viscomi, tra l’altro docente di diritto del lavoro, non ha inteso riconoscere i sacrosanti e legittimi diritti dei lavoratori. Non vogliamo dimenticare il Commissario liquidatore della Fondazione Mariano Calogero, nominato nell’agosto del 2015, il quale non è riuscito a portare a termine il compito che gli è stato affidato. Più volte da noi sollecitato non ha provveduto a farci corrispondere quanto dovuto». «Ci appelliamo – concludono gli ex dipendenti – al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio: se ha inteso tagliare le società partecipate lo faccia in maniera esaustiva e ci faccia corrispondere quanto dovuto».
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