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SCANDALO ASP | Chiesta l'interdizione per tre funzionari

COSENZA Tre funzionari pubblici coinvolti nell’inchiesta sui precari dell’Asp di Cosenza rischiano l’interdizione dalle loro funzioni. Gli indagati compariranno davanti al giudice per le indagini p…

Pubblicato il: 25/12/2016 – 9:53
SCANDALO ASP | Chiesta l'interdizione per tre funzionari

COSENZA Tre funzionari pubblici coinvolti nell’inchiesta sui precari dell’Asp di Cosenza rischiano l’interdizione dalle loro funzioni. Gli indagati compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari nei prossimi giorni per tentare di chiarire la propria posizione ed evitare di vedersi notificare l’ordinanza, invocata dalla Procura di Cosenza, che li terrebbe lontani dal loro ufficio per un periodo che può arrivare fino a dodici mesi. 
La Procura, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo e dall’aggiunto Marisa Manzini, ha iscritto sul registro degli indagati 142 persone per le quali aveva chiesto misure interdittive. 
Tra gli indagati ci sono quasi tutti gli assunti, quelli dell’elenco trasmesso dall’Asp al dipartimento Lavoro a ridosso delle Regionali del 2014. Nell’inchiesta sono coinvolti anche funzionari di Azienda sanitaria e Regione Calabria, alcuni dei quali ancora in servizio (l’ex dg del dipartimento Politiche sociali Vincenzo Caserta e il suo collega Pasquale Capicotto, responsabile dei lavoratori lus-lpu) e dell’Azienda sanitaria (l’ex dg Gianfranco Scarpelli, l’ex direttore amministrativo Luigi Palumbo e il direttore del distretto di Rogliano Antonio Perri, responsabile del procedimento che ha portato alle chiamate dei lavoratori). Il gip del Tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, ha inoltre disposto gli arresti domiciliari per il sindacalista Francesco Mazza.
Alla base dell’indagine c’è l’ipotesi che tutti, abbiano «intenzionalmente procurato ai 133 soggetti, tutti assegnati all’Asp di Cosenza (i precari, ovviamente, ndr), l’ingiusto vantaggio patrimoniale, costituito dal diritto ai “benefici di cui all’articolo 2 della legge regionale numero 15/2008” e il corrispondente danno ingiusto, di rilevante gravità, dell’amministrazione, Regione Calabria, che si obbligava alla corresponsione dei predetti benefici in favore di soggetti sforniti dei requisiti contemplati dalla norma».

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