REGGIO CALABRIA «Trascorsi alcuni giorni dall’ultima seduta del Consiglio, vorremmo riproporre pacatamente, ma con la dovuta fermezza, la questione relativa alla mancata discussione in aula di una nostra mozione sulle gravissime affermazioni del ministro Poletti sui giovani italiani, tra i quali non pochi calabresi, costretti a cercare lavoro all’estero». È quanto afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Alessandro Nicolò, ricordando «che è stata interdetta la stessa presa in esame del documento, definito “inammissibile” con una discutibilissima valutazione di merito, quando l’intera opinione pubblica nazionale stigmatizzava il comportamento di un ministro della Repubblica che ha giurato sulla Carta costituzionale, dimostrando di essere inadeguato a ricoprire il ruolo affidatogli per il disprezzo palesato per la sofferenza delle famiglie italiane e dei giovani costretti a emigrare».
«Vorremmo salutare l’imminente chiusura dell’anno in corso e l’inizio del 2017 – continua Nicolò – facendo un utile un riferimento al problema emerso, non certo per recriminare, bensì per sottolineare che il consiglio regionale non può essere ridotto a mero “passacarte della giunta”, buono solo per approvare decisioni prese altrove, svilito a “stazione” di passaggio dei voleri della maggioranza». «Non è così – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – e, del resto, non è mai stato così. Basta scorrere gli atti consiliari anche delle legislature precedenti per constatare che il Consiglio ha discusso di mozioni sull’invasione sovietica del Kuwait (nel 1995), sulla situazione del popolo lituano, persino su dichiarazioni del senatore della Lega Nord, Gianfranco Miglio, sull’arresto in America latina, della cooperatrice italiana Maria Gabriella Guarino e così via… Conosciamo bene il Regolamento richiamato da Irto ma ricordiamo pure che la consuetudine ha superato con la prassi, anche abbondantemente, la dizione letterale del testo regolamentare».
«L’Aula – rimarca l’esponente politico – è il “cuore” dell’assemblea legislativa, e dei lavori consiliari che certo si articolano anche in altri importantissimi luoghi di attività. L’Aula non vive, però, solo dell’approvazione di atti, regolamenti, provvedimenti amministrativi e di interpellanze. Altrettanto centrale è il dibattito politico-istituzionale e la dialettica politica. Ricordiamo, non certo per sterile polemica, che il consiglio regionale è il Parlamento della Calabria, il luogo più alto deputato a esprimere e interpretare i fatti della politica, le scelte dei gruppi, gli argomenti dell’attualità più rilevanti che comunque si ripercuotono sulla vita dei cittadini calabresi e che comunque rivestono un pubblico interesse».
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