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Don Cozzi: «Non ci arrenderemo alla 'ndrangheta»

CATANZARO «Per noi è iniziato tutto un paio di anni fa. Un imprenditore viene al nostro sportello, ci racconta una storia di mafia e usura e lo accompagniamo alla Squadra mobile di Catanzaro. Quell…

Pubblicato il: 27/12/2016 – 18:15
Don Cozzi: «Non ci arrenderemo alla 'ndrangheta»

CATANZARO «Per noi è iniziato tutto un paio di anni fa. Un imprenditore viene al nostro sportello, ci racconta una storia di mafia e usura e lo accompagniamo alla Squadra mobile di Catanzaro. Quello che è successo dopo lo raccontiamo continuamente in giro per l’Italia come modello e buona prassi da imitare quando il mondo della giustizia e la società civile camminano insieme». 
L’operazione “Breccia”, nei ricordi di don Marcello Cozzi, responsabile nazionale dello sportello Sos giustizia di Libera, parte così, dal racconto di un ristoratore di Cropani schiacciato dall’usura.
«L’imprenditore denuncia – spiega don Marcello –, viene messo subito in protezione, parte l’inchiesta “Breccia”, poi gli arresti e il processo. Noi in aula con l’imprenditore e gli artefici di quell’operazione a dire ai mafiosi, e non solo, che quando si cammina e si lavora insieme su questi fronti, ognuno per la sua parte, per loro non ci sarà più nessun diritto di cittadinanza». Il 13 maggio 2013 scattano gli arresti, otto persone finiscono in manette. Il 25 settembre 2014, però, la sentenza è una doccia fredda: tutti assolti. Ma le indagini proseguono, mettono radici sul territorio dello Ionio Catanzarese fino all’operazione “Borderland” messa a segno lo scorso 29 novembre contro la cosca Trapasso. Quarantotto arresti e tra questi anche i nomi noti del processo “Breccia”: Rosetta Esposito, Domenico Esposito, Renzo Tropea, Vincenzo Talarico, Antonio Talarico, Salvatore Macrì, Giuseppe Tropea e Carmine Tropea. Secondo i magistrati della Dda di Catanzaro su Cropani Marina vige l’articolazione Tropea/Talarico, cosca vassalla e «riferimento operativo» dell’associazione mafiosa dei Trapasso di San Leonardo di Cutro. Per Rosetta Esposito, Domenico Esposito, Giuseppe Tropea e Carmine Tropea è in atto il processo d’appello di “Breccia” e, alla luce di quanto emerso nell’operazione “Bordeland”, che riprende la vicenda dell’imprenditore di Cropani, la Procura generale ha chiesto l’apertura dell’istruttoria dibattimentale per poter acquisire gli atti di “Borderland”. Secondo don Marcello Cozzi, il messaggio lasciato dalla denuncia del ristoratore cammina su solide gambe.
«Messaggio ribadito con forza in un dibattito pubblico indimenticabile organizzato da Libera con il nostro servizio Sos, e dalle Istituzioni del territorio a Cropani. Perché era lì che dovevamo lanciare alla mafia del territorio il messaggio di un mondo che cammina insieme e che non si arrende a nessun malavitoso, delinquente o mafioso che sia», scrive il sacerdote. «L’operazione “Borderland” con cui il mese scorso la Squadra mobile di Catanzaro coordinata dalla Dda assicura alla giustizia appartenenti a clan mafiosi del territorio, per noi parte da lì. Da quei primi arresti di anni fa. E ci racconta non solo dell’importanza dei cammini comuni ma anche di come sia fondamentale la presenza di forze dell’ordine e di magistratura che non mollano mai l’osso, che non si fermano ai successi momentanei ma vanno fino in fondo, fino a voler estirpare alla radice la mala pianta mafiosa. Il nostro grazie alla Squadra mobile di Catanzaro e alla locale Dda è semplicemente l’invito a continuare a camminare insieme».

ale. tru.

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