REGGIO CALABRIA Uno ha appena rimpastato la sua giunta, l’altro sta per fare lo stesso con la sua segreteria. I punti di contatto tra il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e l’ex premier Matteo Renzi, però, non sono finiti. Perché il capo del Pd, dopo aver chiuso la campagna referendaria proprio in riva allo Stretto e aver sostenuto il giovane primo cittadino fin dal primo momento, ha altri e più ambiziosi progetti per l’amico Giuseppe. Renzi, ormai è chiaro, non imputa a Falcomatà la debacle del 4 dicembre a Reggio, anzi. L’ex presidente del Consiglio è infatti pronto a “premiare” il sindaco con un posto nella segreteria nazionale del partito.
Dopo le dimissioni da Palazzo Chigi, Renzi è ormai proiettato verso le prossime elezioni (possibilmente anticipate). Un appuntamento al quale vuole arrivare con un partito più forte, meno elitario e più radicato nei territori. Tant’è che Falcomatà non sarebbe l’unico sindaco a prendere posto nella cabina di regia del Pd. A trovare spazio potrebbe essere anche il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, che – nelle intenzioni di Renzi – dovrebbe svolgere il ruolo di “anti-Emiliano”, e quello di Ercolano, Ciro Bonajuto. Ed è quindi più che lecito supporre che la nomina di Falcomatà, oltre a “svecchiare” la segreteria, possa servire all’ex premier per mettere all’angolo alcuni maggiorenti dem che, per ragioni diverse, non sono stati in grado di supportarlo nel momento decisivo, quello del referendum. Gli indizi portano tutti nella direzione di Mario Oliverio e del pur fedelissimo segretario regionale Ernesto Magorno. È chiaro che la designazione di Falcomatà, per entrambi, rappresenterebbe un declassamento nella scala gerarchica del partito regionale. Una sorta di commissariamento.
In queste ore il sindaco di Reggio, che proprio sabato ha varato la sua nuova giunta comunale, ha scelto di mantenere un profilo basso. A chi gli chiede notizie circa i propositi di Renzi confessa di non saperne nulla. Ufficialmente i due si sono sentiti a Natale, ma solo per scambiarsi gli auguri. Ma è del tutto improbabile che il segretario non abbia messo a parte dei suoi progetti uno dei futuri componenti del nuovo direttorio Pd.
IL TEMPO Resta una domanda: come farà Falcomatà a co-dirigere un partito e al tempo stesso amministrare una città complessa e piena di problemi come Reggio? Fare il sindaco è un impegno a tempo pieno, così come lo è stare in una segreteria nazionale nell’imminenza delle elezioni politiche. Sono domande decisive, soprattutto se si considera che Falcomatà è anche un sindaco metropolitano, che svolge in tutto e per tutto le funzioni che prima appartenevano ai presidenti di Provincia.
GLI INCERTI E I SICURI Per un Falcomatà che entra, ci sono comunque due deputati calabresi in bilico. Si tratta di Stefania Covello ed Ernesto Carbone. La loro riconferma in segreteria è tutt’altro che sicura. D’altronde non sarebbero gli unici a dover cedere il passo al nuovo che avanza. Renzi ha intenzione di mettere in atto un vero e proprio repulisti. E gli unici a salvarsi potrebbero essere il vicesegretario Lorenzo Guerini, il presidente Matteo Orfini e, probabilmente, anche la governatrice del Friuli Debora Serracchiani. Per il resto, porte aperte alle new entry. Anche a quelle che hanno ritrovato un posto al sole nel governo Gentiloni. Il riferimento è ai ministri Maurizio Martina e Graziano Delrio. Renzi, come riporta anche il Corriere della Sera, sarebbe in contatto pure con l’ex sindaco di Torino Piero Fassino e con il sottosegretario Tommaso Nannicini.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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