CATANZARO Finalmente ci sono le cifre, nere su bianco. I commissari della Sanità hanno stabilito che nel 2017 il limite massimo di finanziamento per le strutture private accreditate sarà di 203 milioni di euro. Il relativo decreto è stato firmato da Massimo Scura e Andrea Urbani lo scorso 20 dicembre. Circa 198 milioni saranno destinati agli istituti che erogano prestazioni sanitarie ospedaliere. Questa somma sarà poi ripartita secondo uno schema preciso. Quasi 180 milioni andranno alle strutture sulla scorta dei fabbisogni rilevati territorialmente, anche in seguito alle richieste delle 5 Asp; 13 milioni sulla base della produzione del 2016 e della «programmazione regionale del fabbisogno appropriato di prestazioni necessarie alla tutela della salute della popolazione»; 2,1 per migliorare l’indicatore di appropriatezza (organizzativa e clinica) rappresentato dalla percentuale di fratture di femore operate entro 48 ore che, a livello regionale, relativamente al 2016, è ancora del 40%. «In ordine al predetto indicatore – sottolineano i commissari –, i tavoli di verifica ministeriali dimostrano una particolare attenzione, indicando la necessità di raggiungere la percentuale del 60% per ottenere la valutazione positiva». Questa cifra verrà utilizzata pro-quota dalle Asp di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria (700mila euro a ognuna).
IL MARRELLI HOSPITAL Le proteste e le mobilitazioni dei dipendenti del Marrelli Hospital di Crotone non hanno fatto cambiare idea a Scura e Urbani, che alla nuova struttura accreditata hanno assegnato meno di 3 milioni di euro (2.944), così come avevano annunciato durante la turbolenta riunione a Palazzo Alemanni del 20 dicembre, finita con l’abbandono del tavolo da parte di Scura. I vertici del polo oncologico e la stessa Asp di Crotone avevano richiesto una cifra molto più alta di quella poi realmente assegnata. La proprietà, inoltre, aveva già paventato il rischio licenziamento per 80 dipendenti nel caso in cui le richieste economiche non fossero state accolte. Scura e Urbani hanno infine deciso di non cedere, anche perché il Marrelli è una struttura da poco accreditata e pertanto finora priva di finanziamenti per prestazioni con oneri a carico del servizio sanitario regionale.
Secondo i dipendenti, invece, i commissari «non vogliono che la sanità in Calabria inverta la rotta e riduca davvero la mobilità passiva. Col loro atteggiamento stanno condannando a morte una struttura sanitaria che poteva essere una buona prassi, un piccolo ma significativo esempio che si può invertire la marcia anche in Calabria. Ma la loro cecità farà sì che dovremo continuare a emigrare per trovare risposte alla domanda di salute».
Di seguito la tabella con i bugdet assegnati alle singole strutture. (p. bel.)
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