COSENZA Si è avvalso della facoltà di non rispondere Antonio Perri, indagato nell’inchiesta della Procura di Cosenza sul presunto scandalo dei precari Asp. Il gip Giuseppe Greco, martedì pomeriggio, ha proceduto all’interrogatorio di Perri in relazione alla richiesta di misura interdittiva avanzata dalla Procura della Repubblica di Cosenza per il direttore del distretto di Rogliano dell’Azienda sanitaria. La Procura, coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo e dall’aggiunto Marisa Manzini, ha iscritto sul registro degli indagati 142 persone e per alcune aveva chiesto misure interdittive. Tra gli indagati ci sono quasi tutti i precari assunti, quelli dell’elenco trasmesso dall’Asp al dipartimento Lavoro a ridosso delle Regionali del 2014. Nell’inchiesta sono coinvolti anche funzionari di Azienda sanitaria e Regione Calabria, alcuni dei quali ancora in servizio (l’ex dg del dipartimento Politiche sociali Vincenzo Caserta e il suo collega Pasquale Capicotto, responsabile dei lavoratori lus-lpu) e dell’Azienda sanitaria (l’ex dg Gianfranco Scarpelli, l’ex direttore amministrativo Luigi Palumbo e il direttore del distretto di Rogliano Antonio Perri, responsabile del procedimento che ha portato alle chiamate dei lavoratori). La scorsa settimana, il gip Greco ha inoltre disposto gli arresti domiciliari per il sindacalista Francesco Mazza. Alla base dell’indagine c’è l’ipotesi che tutti, abbiano «intenzionalmente procurato ai 133 soggetti, tutti assegnati all’Asp di Cosenza (i precari, ovviamente, ndr), l’ingiusto vantaggio patrimoniale, costituito dal diritto ai “benefici di cui all’articolo 2 della legge regionale numero 15/2008” e il corrispondente danno ingiusto, di rilevante gravità, dell’amministrazione, Regione Calabria, che si obbligava alla corresponsione dei predetti benefici in favore di soggetti sforniti dei requisiti contemplati dalla norma».
L’INTERROGATORIO DI PERRI I difensori di Perri, gli avvocati Guido Siciliano e Giovanni Spataro, nel corso dell’interrogatorio di martedì pomeriggio, hanno eccepito la nullità dell’interrogatorio stesso, per violazione del diritto di difesa, non avendo avuto tempestivamente notizia dei capi di imputazione contestati, nonché della richiesta di misura e del fascicolo. Ciò ha determinato l’impossibilità per Perri di sottoporsi all’interrogatorio e la necessità, in questa fase, di avvalersi della facoltà di non rispondere. «Avendo avuto notizia dagli organi di stampa – affermano i legali in una nota – che lo stesso gip ha irrogato una misura cautelare a carico di altro indagato, è stato invitato il giudice a dichiarare la propria astensione dal decidere per “gravi ragioni di convenienza”. Nel merito, comunque, è stato precisato che l’Azienda sanitaria di Cosenza, in generale e l’indagato in particolare, nella vicenda hanno effettuato solo attività di “passacarte”. Attività consistita nella semplice trasmissione delle domanda di utilizzo dei soggetti richiedenti, senza operare valutazione alcuna, demandata ex lege agli uffici regionali. Su tali presupposti, riservando ogni ulteriore valutazione all’esito della scrutinio degli atti di indagini, è stata sollevata l’incompetenza territoriale della Procura e del gip di Cosenza, in favore di quella di Catanzaro. Essendo gli uffici regionali ubicati a Catanzaro e quindi radicandosi la competenza nell’Ufficio di Procura di Catanzaro». Il gip si è riservato la decisione.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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