COSENZA Il contratto di Gennaro Sosto – professionista esterno assunto dall’Asp di Cosenza e messo a capo dell’Unità operativa Attività tecniche e patrimoniali – costituisce una (nuova) occasione di scontro tra il direttore generale Raffaele Mauro e il commissario al Piano di rientro Massimo Scura. Sosto, già uomo di fiducia dell’ex dg Gianfranco Scarpelli, ha incassato nello scorso mese di aprile la nomina prestigiosa a dg dell’Azienda sanitaria del Molise. E già all’epoca – quando la “sua” Asp lo aveva messo in aspettativa – Scura aveva sollevato «perplessità in merito alla legittimità dell’aspettativa recentemente concessa all’ingegnere Sosto, già in servizio presso codesta azienda con un incarico a tempo determinato, ex articolo 15 septies». Il succo della comunicazione di Scura è chiaro: non si può concedere l’aspettativa a un consulente esterno.
LA POTENZIALE PROROGA A qualche mese di distanza il problema si ripresenta e riguarda l’eventuale continuazione del rapporto tra l’Asp e il professionista esterno. Le perplessità del commissario al Piano di rientro sono, se possibile, aumentate. Scura, in una lettera dello scorso 28 dicembre, parte dal presupposto che il contratto dell’ingegnere andrà a scadenza il prossimo 31 dicembre «e non potrà essere, a mio avviso, come già comunicavo per le vie brevi nell’incontro del 19 dicembre, rinnovato o prorogato». Seguono i motivi. Il primo: Sosto lavora come direttore generale in Molise e «l’esclusività del rapporto del direttore generale rende incompatibile la proroga del rapporto di lavoro presso codesta Azienda, non potendo essere concessa allo stesso l’aspettativa». Il secondo, invece, è legato direttamente alla ricognizione dell’organigramma aziendale dei dipartimenti e delle strutture. Tra essi non compare l’Unità operativa complessa “Gestione infrastrutture e tecnologie”, «di cui sarebbe direttore l’ingegnere Sosto – scrive Scura – e, pertanto, non appare giustificabile il conferimento di un incarico dirigenziale comportante l’assunzione di responsabilità gestionali su un posto inesistente nella dotazione organica aziendale». Stando a quello che scrive Scura, l’Asp avrebbe in mente di prorogare l’incarico assegnato a Sosto nonostante sia “emigrato” in Molise. Per la struttura commissariale, semplicemente, non si può fare.
E IL CONCORSO? E c’è un altro passaggio che Scura riserva alla «procedura concorsuale riservata», che «potrà essere indetta solo in caso di esito positivo del ricorso al Tar Lazio, proposto da Fedir Sanità e altri per l’annullamento del Dpcm del 6 marzo 2015 nella parte in cui esclude dal processo di stabilizzazione i titolari dei contratti ex articolo 15-septies dei ruoli del personale tecnico amministrativo». Anche qui si prova a interpretare: Scura mette un freno (nel senso che rimanda alla decisione del Tar del Lazio) a un eventuale concorso al quale il consulente potrebbe partecipare per essere stabilizzato. Tanto per chiarire il concetto, il commissario allega un parere del ministero della Salute che si riferisce alla Regione Veneto e riguarda la disciplina delle procedure concorsuali riservate per l’assunzione di personale precario nella sanità. Il Veneto chiede se sia possibile ammettere anche il personale assunto ai sensi dell’articolo 15-septies. La risposta è chiarissima: quei dipendenti «non possono essere ammessi». Neppure Sosto.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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