ROMA Tutto come previsto. Dorina Bianchi confermata sottosegretaria al ministero della Cultura, Tonino Gentile potrà proseguire il suo lavoro al dicastero dello Sviluppo economico. Continuità era la parola d’ordine della vigilia e continuità è stata. Paolo Gentiloni ha confermato in blocco la squadra di sottogoverno dell’esecutivo precedente guidato da Matteo Renzi. E così per i due parlamentari calabresi del Nuovo centrodestra è arrivata la riconferma. Non ci sono ingressi, nonostante le velleità coltivate da qualche dirigente in queste ultime settimane, nella squadra di governo per esponenti del Pd calabrese. I dem locali saranno unicamente rappresentati dal ministro dell’Interno Marco Minniti.
Quanto alle trattative complessive, il nuovo premier voleva confermare solo Enrico Zanetti, viceministro all’Economia, ma quest’ultimo ha rinunciato. «Abbiamo atteso pazientemente in queste settimane, ma nessun chiarimento politico è arrivato. È arrivata invece la proposta di confermare la squadra dei sottosegretari e dei viceministri, di cui faccio parte – dice Zanetti -. Di fronte a questo atteggiamento incomprensibile, non sono disponibile alla mia conferma quale viceministro al Mef: all’antipolitica delle conferme in blocco a prescindere, dei governi fotocopia dove l’unico che ha il coraggio di fare un passo indietro è Matteo Renzi, preferiamo la politica». L’idea che sottende a tutto lo schema è che questo governo sia nato per durare poco. Idea di Matteo Renzi, regista della nascita di questo governo, condivisa dal suo successore Gentiloni.
I CALABRESI AL GOVERNO Dorina Bianchi era stata nominata sottosegretaria ai Beni culturali lo scorso 29 gennaio. Per la sua riconferma si è speso molto il leader di Ncd Angelino Alfano. Bianchi è ormai un habitue del Parlamento, essendo giunta al termine della sua quarta legislatura consecutiva. Anche Tonino Gentile è alla sua quarta legislatura consecutiva al Senato. Questa, per lui, è la quarta nomina a sottosegretario dopo quelle ricevute nell’ultimo governo Berlusconi, nel primo guidato da Renzi (qui è stato costretto alle dimissioni dopo solo 5 giorni per il deflagrare dell’Oragate) e nel mini-rimpasto varato dal leader del Pd all’inizio del 2016.
an. ri.
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