Venti centimetri di neve hanno bloccato San Giovanni in Fiore, il comune montano più popoloso d’Europa, 17mila e dispari abitanti. Qualcuno dice che la storia si ripete dagli anni ’80 e dunque non è un dramma, specie a considerare il fascino del paesaggio locale, bianco e polare. Il transito di ambulanze è stato problematico, come mostra un filmato diffuso in rete. Nei supermercati il prezzo della carne è calato al minimo; la gente non gira, teme di danneggiare l’auto oppure la rottura di un osso, il che è capitato con certa frequenza. La viabilità urbana è più spesso affidata al caso: manca una logica riconoscibile, periferie e frazioni rimangono piuttosto isolate.
Bisognerà sentire Pignanelli perché ricordi a Iacucci, il quale rammenti a Oliverio che San Giovanni in Fiore è pure il suo luogo d’origine?
Nonostante il recente evento «Natale esagerato», gli esercizi commerciali sono in crisi, specie quelli fuori del centro. Colpa della solita neve.
Il Capodanno arriva sotto il segno dell’inverno civile. Non c’è un piano di intervento, si procede con lentezza ed esiste un solo veicolo alla bisogna. Uno, come si fosse in collina.
Il sindaco, Giuseppe Belcastro, scarica sul dissesto finanziario del Comune, che però ha la disponibilità di circa 380 unità di personale a carico della Regione.
Negli anni il municipio non si è mai attrezzato per la neve, malgrado la martellante retorica su Lorica, ancora ferma, sul turismo invernale e sullo sviluppo rurale. Che cosa ne penserà il vertice regionale della Programmazione comunitaria, Paolo Praticò?
Quando il governatore Mario Oliverio guidava la Provincia di Cosenza, l’ente inviava propri mezzi a liberare le più importanti strade comunali. C’era collaborazione coi sindaci della stessa parte politica. Ora che Oliverio è il numero uno della Regione, a San Giovanni in Fiore si può dimenticare il punto, in nome di un bene superiore, il silenzio utile alla maggioranza («china e distante sugli elementi del disastro»).
Carlo Tansi, il dg della Protezione civile calabrese, sollecitato a scuotere le coscienze ha chiarito che la competenza per la pulizia stradale (dalla neve) non è affare suo. Sul solito Facebook ha chiuso la questione col discorso formale dei guerrieri vicini alla pensione, quelli cui allude Rino Gaetano in un brano che nomina i pompieri.
«Tuttappostu» verrebbe da chiosare, usando la rassicurazione meccanica dei fedelissimi di Oliverio in questa montagna di nuova, irreversibile emigrazione.
Il tempo scorre senza rumore. La neve copre anche le evidenze della ragione, a San Giovanni in Fiore, dove l’abate Gioacchino profetizzò l’avvento dello spirito. Resta il suono leggero del vento, elemento che cambia gli scenari, muove le nuvole e cambia pure l’aspetto delle rocce.
*giornalista
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