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Stabilizzazioni Arpacal, «vuoto di indagine»

CATANZARO «Un vuoto di indagine» è quello che hanno ravvisato i giudici di Catanzaro emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti dei sei imputati nel processo sulle stabilizzazioni dei…

Pubblicato il: 30/12/2016 – 17:48
Stabilizzazioni Arpacal, «vuoto di indagine»

CATANZARO «Un vuoto di indagine» è quello che hanno ravvisato i giudici di Catanzaro emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti dei sei imputati nel processo sulle stabilizzazioni dei lavoratori precari all’interno dell’Arpacal. Anche il pm Graziella Viscomi aveva chiesto l’assoluzione nei confronti di Vincenzo Mollace, ex direttore generale dell’Arpacal, Giuseppe Graziano, ex dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione Calabria e attuale consigliere regionale del centrodestra, Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale dell’Agenzia regionale; Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal, Sabrina Santagati, ex direttore generale dell’Arpacal e Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione Calabria.
Secondo i magistrati gli imputati avrebbero agito legittimamente in esecuzione di una legge regionale, la numero 7 del 2006, modificata in numero 9/2007. 
Nello stesso processo era inizialmente annoverata anche la posizione di Antonio Scalzo, attuale consigliere regionale. Le accuse si riferiscono al periodo in cui Scalzo rivestiva l’incarico di direttore scientifico dell’Arpacal. La posizione di Scalzo è stata poi stralciata.
La prima sezione penale del Tribunale di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin, a latere Francesca Pizii, Maria Domenica Restuccia) ha assolto i sei imputati perché il fatto non sussite e nel dispositivo di sentenza ha ricostruito l’intera vicenda attraverso i singoli episodi contestati. 
«La macroscopicamente errata prospettazione supposta nei capi di imputazione – scrivono i giudici – risulta evidente laddove si fa riferimento ad atti non adottati – la nota 2185 del 31/12/2008 a firma di Graziano che, si è visto non esiste – ovvero ad atti del tutto scollegati tra loro, il parere di Santagati e il successivo provvedimento di Squillacioti che all’epoca dei fatti non avevano neanche conoscenza personale. A ciò si aggiunga anche il vuoto di indagini relativo agli ulteriori elementi tipici dei reati contestati». 
Per i giudici catanzaresi, le accuse sono state smentite in dibattimento sia con riferimento ai titoli di studio – che non poteva essere svolta a monte dal ministero dell’Ambiente e ciò «intuitivamente trattandosi di stabilizzazione, dunque, di soggetti già inglobati nell’organico amministrativo – sia alla violazione di legge o di regolamento – nella misura in cui vi è stata corretta applicazione – sia al presunto “sviamento” dalle funzioni della task force o dalla sede di stabilizzazione».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it 

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