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Controlli sui fondi pubblici, altolà del Tar

CATANZARO Uno dei pezzi più pregiati dell’amministrazione Oliverio rischia di incepparsi. Il Tar di Catanzaro ha infatti annullato l’aggiudicazione del bando per l’assistenza e la manutenzione del …

Pubblicato il: 31/12/2016 – 9:10
Controlli sui fondi pubblici, altolà del Tar

CATANZARO Uno dei pezzi più pregiati dell’amministrazione Oliverio rischia di incepparsi. Il Tar di Catanzaro ha infatti annullato l’aggiudicazione del bando per l’assistenza e la manutenzione del Sistema unitario regionale per la programmazione, la gestione e il monitoraggio degli investimenti pubblici (Siurp). Uno strumento sul quale l’esecutivo puntava e punta molto per dare una sferzata al meccanismo di gestione dei fondi pubblici e che adesso, dopo la decisione dei giudici amministrativi, rischia quanto meno di incagliarsi.
In particolare il Tar del capoluogo ha accolto il ricorso presentato dalla Ifm srl – ditta che aveva partecipato a quel bando in qualità di mandataria del Raggruppamento temporaneo di imprese con Engineering ingegneria informatica e Lattanzio Ict – contro la Regione e l’altro gruppo che si era aggiudicato l’appalto da 4 milioni e mezzo di euro. In virtù di questa decisione così il Consorzio costituito da Inmattica, Telecom e Sinapsys si vedono sfilare quel servizio e la Regione costretta a dover pagare le spese legali – assieme ovviamente anche alle ditte vincitrici – oltre a dover ripartire da zero per garantirsi quel servizio vitale per la gestione dei fondi pubblici. Su tutti, per dare la misura dell’impatto della sentenza, l’intero pacchetto delle risorse europee costituite dalle varie programmazioni comunitarie oltre che da quanto derivato dal Piano di azione e coesione (Pac).
Nel dettaglio i giudici amministrativi hanno dato ragione ai rilievi presentati dall’Ati sulla procedura adottata dalla Regione per l’aggiudicazione del servizio. Secondo la tesi sostenuta dagli avvocati del raggruppamento temporaneo d’imprese, ci sarebbe stata una variazione dell’offerta effettuata dal Consorzio vincitore nel corso della procedura di aggiudicazione. Un’anomalia, in altre parole, che avrebbe riguardato l’utilizzo del personale per garantire il servizio alla Regione e che per questo avrebbe dovuto portare, stando alla tesi dell’Ati, all’esclusione del Consorzio che viceversa poi si è aggiudicato l’appalto. Una linea d’attacco che ha convinto i giudici amministrativi che hanno riportato indietro le lancette dell’orologio di quella gara annullandone l’aggiudicazione.
Una tegola che rallenterà non di poco la marcia della macchina amministrativa regionale al netto del ricorso al consiglio di Stato per ribaltare la decisone del Tar Calabria.

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