LAMEZIA TERME La politica calabrese vuole mettere le mani sulla sanità. Il pressing del governatore Oliverio sul ministro Lorenzin e la dura lettera inviata al commissario al Piano di rientro Massimo Scura sono la traduzione in atti ufficiali di una frase che circola da almeno un anno nelle file della maggioranza: «Se non governiamo la sanità è meglio tornare a casa». Il succo – per quanto si cerchi di colorare la questione con motivazione politiche – sta tutto qui ed è pressoché inutile ricordare quanto pesi la sanità sul bilancio regionale e quanto le scelte in questo ambito possano avere ricadute sulle dinamiche del consenso. Altro refrain di questi mesi: «Scura fa le scelte, ma poi sul territorio a prendere i fischi ci andiamo noi». Questa la sintesi dello scontro. Che sarebbe anche serio, se non fosse per le parole che lo raccontano. Vediamo, per punti, cos’è che non torna.
1. «La volontà espressa del Parlamento dovrebbe essere sempre custodita, prima fra tutti dagli organi dello Stato. Negli ultimi giorni, la struttura commissariale calabrese ha tenuto comportamenti molto gravi, con una anomala accelerazione dopo il voto del Parlamento sulla Legge di Bilancio 2017». Lo scrive Mario Oliverio alla ministra Beatrice Lorenzin. Con un sottinteso che passa inosservato come un elefante in sala da pranzo. Il governatore dà per scontato che la «volontà espressa dal Parlamento» sia quella di piazzare i governatori – lui e Vincenzo De Luca, in particolare – al timone della sanità commissariata. È così? Purtroppo (per Oliverio) no. La norma approvata permette ai governatori di essere nominati dal governo commissari alla sanità per la loro regione. L’atto però non è automatico: spetta al governo. È quella la volontà che conta. E non si è ancora espressa.
2. Gli atti dei commissari ad acta sono illegittimi? È quello che Oliverio adombra nella lettera al ministro. La tesi, però, si smonta da sola. È lo stesso governatore, qualche riga dopo, a ridefinirli «inopportuni». C’è una bella differenza.
3. «No alle assunzioni». C’è, nel ragionamento del presidente della giunta regionale, anche un paradosso logico. Secondo lui, Scura (e, va da sé, il sub-commissario Urbani) sta accelerando su alcune questioni senza aspettare che Oliverio prenda il suo posto. In uno degli atti più recenti, il commissario ha dato disposizione per l’assunzione di 661 persone nel sistema sanitario regionale. Medici, infermieri e operatori socio-sanitari andranno a rimpinguare organici ridotti all’osso da anni di tagli. Leggendo alla lettera le parole di Oliverio, si potrebbe pensare che il governatore voglia fermare le assunzioni. Una “scelta” difficile da motivare, dopo anni in cui la politica – di ogni colore – ha tuonato contro il blocco del turnover e i tagli.
4. «Sospendere tutto». Oliverio è molto esplicito nella missiva inviata a Massimo Scura: gli chiede di sospendere tutti i provvedimenti adottati nelle ultime settimane. Per lui Scura è un commissario al tramonto del proprio mandato e non è giusto che condizioni il lavoro di chi verrà dopo di lui (cioè Oliverio, almeno secondo Oliverio). Il governatore, però, non dice per quanto tempo il commissario dovrebbe incrociare le braccia: se la sostituzione arrivasse tra tre mesi, il settore dovrebbe fermarsi per un tempo molto lungo. La Calabria può permetterselo?
5. Il centrodestra è indeciso. Roberto Occhiuto, deputato di Forza Italia, ha risposto alle esternazioni di Oliverio in maniera piuttosto risoluta. «Mi chiedo – ha detto – cosa importi alla cittadinanza e all’utenza chi sia a capo dell’ufficio per il rientro dal debito e quale nesso vi sia con una diffusa necessità di implementazione delle dotazioni organiche». Per Occhiuto «il problema non è la carenza di medici, infermieri ma il fatto che debba essere lui (Oliverio, ndr) ad assumerli quando e se diventerà commissario». Chiarissimo. Dallo stesso schieramento del parlamentare forzista, però, sono arrivati due endorsement pesanti alla posizione di cui oggi Oliverio è l’alfiere. Sono quelli di Fausto Orsomarso e Domenico Tallini. Entrambi favorevoli alla mozione “pro Oliverio commissario” (o “anti Scura), almeno stando al resoconto dell’ultimo consiglio regionale. Orsomarso ha evidenziato «l’inutilità della fase di commissariamento», Tallini spera che la fase commissariale sia superata presto» ed entrambi chiedono di tutelare il Sant’Anna hospital. Non proprio sulla linea di Occhiuto, insomma. Ma sarebbe il caso che si mettessero d’accordo.
Questo il panorama, piuttosto teso (e pure un po’ confuso). Tra fraintese «volontà espresse dal Parlamento» e paradossi comunicativi c’è qualcosa che non torna. Ed è lecito il dubbio che ci si trovi semplicemente (si fa per dire) davanti a uno scontro per il controllo di un’imponente fetta di potere. Ammetterlo aiuterebbe a fare chiarezza ed eliminare le scorie dal dibattito.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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