VIBO VALENTIA Sono 16 le persone indagate nell’ambito di un’inchiesta, riguardante i vertici dell’ex Banca di credito cooperativo di Maierato, prima che l’istituto confluisse nella Bcc del Vibonese in seguito alla fusione con la consorella di San Calogero.
L’accusa è di appropriazione indebita di una somma pari a circa 1,5 milioni di euro e violazione del Testo unico del sistema bancario. Ai vertici dell’Istituto – direttore generale, Cda e collegio sindacale – è stato notificato il provvedimento di conclusione delle indagini. A vario titolo e con ruoli diversi avrebbero favorito linee di credito ad alcune società appartenenti a due componenti del Cda e del collegio sindacale.
Tutto è nato da accertamenti condotti dalla Guardia di finanza su disposizione della procura di Vibo Valentia. I finanzieri avevano passato al setaccio atti e documenti al fine di accertare presunte irregolarità emerse nel corso di un’ispezione della Banca d’Italia, i cui esiti erano stati poi trasmessi alla Procura vibonese.
Tra i rilievi mossi, nel dettaglio ai vertici dell’ex Bcc di Maierato, il fatto che la banca fosse sprovvista di un sistema antiriciclaggio, nonché irregolarità nella gestione del credito che avrebbero avvantaggiato soggetti vicini o comunque riconducibili al management della banca stessa.
Gli indagati sono Filippo Barbieri (80 anni); Alessio Domenico Basile, (67); Domenico Antonio “Tony” Bilotta (83); Francesco Borello (87), Francesco Cardona (51); Ernesto Clerici, (76); Calogero Dimino (70); Gabriele Fusca (49); Giuseppe Fuscaldo (49); Mario Maiorana (49); Paolo Marcello (49); Franco Maruccio (58); Antonio Raffaele (53); Maria Giuseppina Serrao ( 60) e Leonardo Tirone (72).
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