CATANZARO Rimane solo una festività da archiviare, ma il tempo per le decisioni e le alleanze politiche in vista della tornata elettorale con cui si sceglierà il nuovo sindaco di Catanzaro comincia già a scarseggiare. Così le grandi manovre politiche che fino al 4 dicembre scorso erano rimaste in stand by, negli ultimi giorni hanno subìto un’accelerata.
Il mandato di Sergio Abramo ha lasciato l’amaro in bocca a tanti tra cittadini e sponsor politici, tanto che la ricandidatura del sindaco uscente sebbene sia pressoché scontata non sarà sostenuta dalla stessa maggioranza che cinque anni fa lo portò alla vittoria. Alle spalle di Abramo ci sarà quindi sempre Forza Italia, guidata da Domenico Tallini e Ivan Cardamone, ma non ci sarà Piero Aiello con Ncd. Al suo posto il movimento ispirato dall’ex consigliere regionale Claudio Parente “Officine per il Sud”, già impegnato nel sostegno al sindaco attraverso l’assessore comunale Giampaolo Mungo. Dubbi anche sul sostegno ad Abramo da parte dell’Udc dopo la rottura pubblica consumatasi con le dimissioni dell’assessore Stefania Valente un paio di mesi fa e lo scontro verbale e a suon di comunicati stampa al vetriolo tra Tallini e il coordinatore cittadino del partito centrista Tommaso Brutto. I centristi sarebbero quindi tentati dall’ipotesi di sostenere un eventuale candidatura promossa da Ncd.
Il disegno che Abramo aveva immaginato nella scorsa estate per sostenere la sua candidatura, ha quindi perso un pezzo importante, ma il sindaco è intenzionato ad andare avanti soprattutto adesso che la situazione tra i suoi avversari si è ingarbugliata.
Ncd infatti non sembra intenzionata, almeno al primo turno, a schierarsi assieme al Pd. Il patto tra il partito di Renzi e quello di Alfano che al governo nazionale regge, a Catanzaro è destinato a realizzarsi, forse, soltanto in caso di ballottaggio. Accantonata l’ipotesi di un diretto impegno del leader catanzarese degli alfaniani Piero Aiello e del suo braccio destro, il consigliere regionale Sinibaldo Esposito, la scelta dovrebbe ricadere su Marco Polimeni, consigliere comunale e provinciale molto apprezzato anche dall’ex segretario provinciale del Pd Enzo Bruno. Anche se le voci su Polimeni hanno il sapore di un rilancio elettorale da parte di Aiello, interessato a riproporre l’accordo nazionale tra Pd ed Ncd anche alla Regione, magari con un ingresso in giunta proprio di Esposito.
Così una parte del Pd, leggasi quella che risponde al consigliere regionale Enzo Ciconte e allo stesso presidente della Provincia Enzo Bruno (con il timido sostegno del segretario regionale Ernesto Magorno), pare aver deciso di sostenere l’autocandidatura di Maurizio Mottola di Amato. L’imprenditore, alla sua prima esperienza politica, da giorni ha iniziato la sua personalissima campagna elettorale aprendo il suo profilo facebook e incontrando il primo cittadino uscente. Una mossa, quest’ultima, che non è piaciuta affatto a Ciconte. L’ex vice presidente della Regione potrebbe comunque decidere di ingoiare il rospo e dare il suo placet, seguito nella decisione anche dai fratelli Fabio e Roberto Guerriero e da Sergio Costanzo, uomo di peso quando si tratta di voti nelle urne. Quest’ultimo però spinge per una legittimazione della candidatura attraverso le primarie. Di coalizione, ovviamente.
Guarda con interesse alla figura di Mottola d’Amato anche Agazio Loiero, nonostante l’ex governatore avesse, nei giorni scorsi, richiesto una candidatura femminile, pur senza fornire un nome preciso. Sull’imprenditore si registra poi la convergenza di Flora Sculco, consigliere regionale eletta tra le fila di “Calabria in Rete”, che dopo la vittoria a Crotone vorrebbe bissare a Catanzaro, anche con il sostegno dell’ex sindaco di Torre di Ruggero Pino Pitaro e del fratello Francesco, fondatore del movimento “SalviAMO Catanzaro”.
La candidatura di Mottola d’Amato però non pare scaldare i cuori della base del Pd né tantomeno di Confindustria. Proprio lui infatti, nelle ultime elezioni indette per guidare la federazione catanzarese degli imprenditori, era uscito sconfitto dallo scontro con Daniele Rossi. Difficile ipotizzare ora un sostegno alla sua proposta elettorale per la città.
Proprio Daniele Rossi, intanto, ha smentito ancora una volta un suo coinvolgimento diretto nelle prossime elezioni. Con un accorato post sulla sua pagina Facebook, il presidente di Confindustria Catanzaro ha spiegato: «Catanzaro è la mia città, la città che amo, quella per cui quotidianamente mi batto, tanto nel mio lavoro in Caffè Guglielmo, tanto nel mio ruolo di presidente provinciale di Confindustria, tanto nel mio impegno di presidente de #Lacalabriacherema. Ma proprio perché ho così a cuore i ruoli che ricopro e sono fortemente legato agli impegni che ho assunto nel tempo, non posso mettere da parte tutto senza onorare i compiti che in tanti hanno deciso di assegnarmi. Le mie priorità, oltre alla mia famiglia ovviamente, sono quelle che ho citato sopra e attraverso esse intendo offrire il mio appassionato e disinteressato contribuito alla causa di Catanzaro. Così com’è nello spirito dell’associazione, ho sempre pensato che si possa contribuire a qualcosa di più grande anche attraverso ruoli da comprimario o addirittura secondari».
Il suo mandato alla guida dell’associazione di imprenditori terminerà nel 2018, chissà che magari non pensi ad un impegno politico in vista delle regionali del 2019 o delle politiche.
Archiviato il “no” di Rossi, che avrebbe sparigliato le carte tanto al centro quanto nel centrosinistra, c’è da registrare che in tanti tra i dem, non si sono accesi di entusiasmo al nome di Mottola d’Amato. Soprattutto perché quello che prima era solo un sussurro, ora è diventata praticamente una certezza dal momento che ha preso corpo l’ipotesi della candidatura di Nicola Fiorita, docente universitario e presidente di Slow Food Calabria. La sua è una candidatura comunque indipendente dalle scelte del Pd, sulla quale però proprio gli scontenti della scelta di Mottola d’Amato avrebbero l’occasione di convergere. Tra chi ha già dato il proprio sostegno a Fiorita c’è Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della commissione regionale antindrangheta. Intanto lo stesso Fiorita ha ormai preso la sua decisione, intenzionato com’è a ricreare l’entusiasmo che era nato attorno alla figura di Salvatore Scalzo nel 2011 e nel 2012 e le cui braci sono soltanto da ravvivare.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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