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Intesa tra Ciconte e Loiero su Mottola d'Amato

CATANZARO Cosa può rimettere (politicamente) insieme Enzo Ciconte e Agazio Loiero; dividere in due quel che resta di Confindustria; lacerare ulteriormente la pur fragile unità del Pd catanzarese …

Pubblicato il: 04/01/2017 – 15:22
Intesa tra Ciconte e Loiero su Mottola d'Amato
CATANZARO Cosa può rimettere (politicamente) insieme Enzo Ciconte e Agazio Loiero; dividere in due quel che resta di Confindustria; lacerare ulteriormente la pur fragile unità del Pd catanzarese (ancora in attesa di un congresso provinciale sempre annunciato ma mai celebrato); sgominare quel che resta del pattuglione centrista e rendere sempre più agitate le acque nella coalizione del centrodestra tutt’altro che compatto sulla ricandidatura del sindaco Sergio Abramo? La risposta è rappresentata da un nome, quello dell’imprenditore Maurizio Mottola d’Amato. Da quando ha lanciato la sua autocandidatura, nulla più è come prima nel panorama politico catanzarese, fatta la dovuta attenzione per il gattopardismo cromosomico imperante nella città delle Aquile dove è d’uopo cambiar tutto perchè nulla cambi.
Contatti frenetici, riunioni a gogò, parole in libertà, millanterie sfrenate. Fatto sta che sino a ieri quella di d’Amato doveva essere una candidatura autonoma e sganciata dai partiti. Oggi si cerca di accreditarla come la candidatura che dovrebbe consentire al Partito democratico di tornare alla guida di Catanzaro. Poco importa se il profilo del candidato sindaco nulla ha da spartire con la storia del centrosinistra calabrese, come del resto ha avuto modo di sottolineare ampiamente e, va detto, onestamente, il diretto interessato. Nulla pregiudica il fatto che non si trovi traccia di una riunione interpartitica che indichi organigrammi e programmi. L’importante è trovare i giusti equilibri tra i potentati politici.
Residua ancora un piccolo problema: il segretario regionale del Partito democratico, Ernesto Magorno, nega decisamente di aver preso parte a qualsivoglia riunione per l’investitura di Maurizio Mottola d’Amato a candidato sindaco del centrosinistra. «Ne abbiamo parlato, o meglio me ne hanno parlato – si affretta a spiegare Magorno -, posso anche aggiungere che molte persone che stimo si sono spese in favore di tale scelta ma nessuna decisione è stata presa e nessuna decisione verrà presa fuori dai luoghi politici a ciò deputati». E ancora Magorno, che non nasconde le difficoltà sopravvenute dopo l’indisponibilità del questore Giuseppe Gualtieri («era la persona giusta per questa fase storica e politica, soprattutto in una realtà complessa come Catanzaro»), conferma che anche altre candidature sono state proposte in alternativa a Mottola d’Amato. Di certo non sarà della partita il presidente di Confindustria Daniele Rossi. A chi gli chiede conto, il diretto interessato replica: «Non sono interessato a scendere in campo in prima persona. Questo sia chiaro a tutti».
Magorno, invece , non fa nomi. Provvediamo noi: Nicola Fiorita. Professore universitario, una laica presenza nel centrosinistra, cresciuto a pane e politica per il ruolo ricoperto da suo parte che fu segretario della Dc catanzarese. Larga presenza tra i movimenti giovanili e robusto impegno culturale, anche per via di una riuscitissima iniziativa di scrittura collettiva premiata dal successo di critica e pubblico. Quando non si hanno armi migliori per stroncare una candidatura poco gradita, nel centrosinistra calabrese si liquida la parita dicendo: ottima figura ma è poco conosciuta e attrae poco sul piano elettorale. È quel che ripetono in questi giorni quei pezzi del Pd che intendono orientare la scelta lontano da Fiorita. Il diretto interessato, però, ha deciso di fare da terzo incomodo e dopo aver contattato singolarmente tutti i notabili del centrosinistra catanzarese, giusto per fare un bagno di umiltà e non passare per supponente, manda a dire che la sua candidatura ci sarà, come direbbe Totò, «… a prescindere».
Cioè a prescindere da quello che deciderà il Pd e dalle offerte che gli arrivano dalla controparte politica. A prescindere dagli appoggi che riuscirà a strappare e dagli ostacoli tecnico-politici che gli verranno posti. Lo spinge in questa scelta un pezzo di sinistra, e un pezzo di Partito democratico. Desideroso se non proprio di menare le mani, quantomento di non lasciare nel dimenticatoio l’esperienza maturata con Salvatore Scalzo. Soprattutto, intenzionato a capire se un “voto di opinione” può trovare spazio anche a Catanzaro e anche fuori dal temuto (ma non considerato) mondo pentastellato. Magorno sa bene che il rischio di una spaccatura nel Pd catanzarese è molto forte. Sa altrettanto bene che un qualche cambiamento bisogna iniziare a realizzarlo, la pagina dedicata oggi dal Corriere della Sera alla “primavera tradita” dal Pd in Calabria è lì a ricordarglielo. Così prende tempo e nel mentre spera ancora in una candidatura «unitaria perchè autorevole», si chiama fuori dai giochi di palazzo rilanciando l’idea di ricorrere alla primarie per scegliere tra Fiorita e Mottola d’Amato. E se uno dei contendenti non accettasse di sottoporsi alle “primarie” di coalizione? Beh, sarebbe ugualmente una soluzione perchè a quel punto…
pa. po.

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