COSENZA Scuole, Asl e persino un teatro. I “predator” beccati da polizia e carabinieri prendevano di mira anche le istituzioni pubbliche della città dei Bruzi. L’operazione, coordinata dalla Procura e realizzata con intervento congiunto di polizia e carabinieri, ha portato alla luce ben undici episodi di furti e in alcuni casi pure di tentati furti. Come quello perpetrato ai danni del teatro Morelli, nel centro storico della città dei Bruzi che era – ha ribadito il procuratore capo Mario Spagnuolo – il luogo di riferimento di quella che può essere definita una banda, anche se non giuridicamente perché non è stato riconosciuto agli indagati il reato associativo. Ma le sette persone arrestate (di cui una ai domiciliari) erano costanti nelle loro attività illecite.
In particolare alle ore 1,25 del 14 novembre scorso, personale della Squadra Volante interveniva in via Oberdan di Cosenza per segnalazione di allarme al teatro “Morelli”. Sul posto, gli uomini della Volante trovavano la guardia giurata dell’istituto di vigilanza “Codis”, che riferiva come alle ore 01.15 era giunta alla centrale operativa dell’istituto la segnalazione dell’allarme al teatro “Morelli” per cui, una volta giunto sul posto, constatava che ignoti si erano introdotti all’interno dopo avere forzato una delle porte centrali antipanico poste all’ingresso principale del teatro, senza tuttavia asportare nulla presumibilmente in seguito all’attivazione del sistema di allarme. Successivamente giungeva anche un dipendente comunale con mansioni di usciere del teatro che, in sede di denuncia, precisava che il teatro era dotato di impianto di videosorveglianza, per cui consegnava alla polizia giudiziaria copia delle videoriprese riversate su idoneo supporto informatico. In seguito alla visione delle immagini, i poliziotti riconoscevano, senza alcun dubbio, l’autore del tentato furto in Mirko Capizzano in quanto persona nota in virtù dei numerosi precedenti penali e di polizia di cui risulta gravato. Dalle immagini delle telecamere si vede che precisamente all’1.15 il giovane si avvicina alla porta e inizia a tirarla con forza riuscendo ad aprirla e a entrare all’interno. Dopo tredici secondi il ragazzo si allontana velocemente sempre in direzione via lungo Busento Oberdan, vestito con piumino tipo “bomber” corto in vita, pantalone di tuta ginnica, scarpe da ginnastica, un berretto con visiera indossando il cappuccio del giubbotto sul capo. In un frangente è possibile vedere il giovane in viso e si nota che porta occhiali da vista con evidente montatura scura, «per cui – è scritto nel verbale della polizia – è possibile riconoscere nello stesso Mirko Capizzano, ben noto all’ufficio in virtù dei numerosi precedenti penali e di polizia di cui lo stesso risulta gravato». È lo stesso Capizzano già destinatario dell’informativa di reato, assieme ad altre due persone, in quanto responsabile del furto commesso sempre al teatro “Morelli” lo scorso 13 ottobre con le medesime modalità.
FURTO E DANNEGGIAMENTI NELLA SEDE DELLA CGIL Secondo gli inquirenti, è sempre il giovane Capizzano uno dei responsabili del furto avvenuto nella sede della Cgil, in piazza della Vittoria. Lo scorso 11 ottobre, alle ore 9, il personale della squadra volante della Questura di Cosenza arrivava in Piazza della Vittoria di Cosenza, nella sede della Cgil, per constatazione di furto consumato. Sul posto il segretario generale della Cgil faceva constatare agli agenti che ignoti erano penetrati all’interno della sede, dopo avere forzato il portone di ingresso e avevano portato via 3 monitor e una telecamera. In sede di denuncia, lo stesso precisava che i ladri, prima di forzare il portone di ingresso, avevano scassinato due cancelli che consentono l’ingresso allo stabile dove si trova la sede della Cgil. In seguito alla visione delle riprese effettuate dall’impianto di videosorveglianza, installato nella sede della Cgil, gli agenti avevano modo di riconoscere, in quanto a viso scoperto e quindi ben visibili, alcuni degli arrestati tra cui Capizzano e Francesco Spina, più un terzo giovane in quel momento non identificato. Gli agenti non avevano alcun dubbio sulla identificazione di Capizzano e Spina perché persone ben note alle forze dell’ordine e anche perché nel corso della perquisizione domiciliare effettuata il 10 ottobre scorso nei confronti di Francesco Spina, i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale «rinvenivano e sequestravano la maglietta a fantasia indossata dal giovane al momento del furto, chiaramente visibile nelle videoriprese che il personale operante aveva visionato prima di procedere alla perquisizione».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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