CATANZARO Il tempo corre e per il Pd catanzarese la ricerca del candidato da sostenere alle prossime elezioni comunali si complica. A meno di quattro mesi dal voto, i democratici non hanno ancora dato l’impressione di essere sulla strada giusta a causa di correnti e rivoli che si disperdono alla ricerca della legittimazione. Ma il rischio è l’autarchia minoritaria.
Come se non bastasse, tra i candidati che ormai hanno confermato il proprio impegno nella tornata elettorale della prossima primavera, Maurizio Mottola d’Amato è quello che intende proseguire per la sua strada indipendentemente da chi saranno i suoi compagni di viaggio.
Che sia convinto di poter vincere da solo o che voglia imporre la propria leadership a chiunque vorrà appoggiare la sua candidatura, Mottola d’Amato ha così dato anche un termine alla sua disponibilità al dialogo. La data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 15 gennaio prossimo. Chi se l’è vista imporre è quella parte del Pd e dell’area di centrosinistra che finora ha dimostrato interesse al sostegno all’imprenditore.
Un termine annunciato come perentorio: «Avete tempo fino a quella data per sciogliere le riserve, poi andrò da solo». O magari con chiunque altro voglia sostenerlo.
A questo punto la vicenda per i dem si complica, l’orologio accelera la sua corsa. Perché se è vero che non c’è per nulla unità sull’appoggio a Mottola d’Amato in casa democratica, è altrettanto vero che chi già aveva imbastito una discussione con l’imprenditore non lo ha fatto con entusiasmo tale da riuscire a trascinare anche i più reticenti.
A questo punto, quindi, Enzo Ciconte, Sergio Costanzo, Flora Sculco e Roberto e Fabio Guerriero sono davanti ad un bivio: forzare la mano e uscire allo scoperto ufficializzando l’appoggio a Mottola d’Amato o tentare di convincere il candidato a sottoporsi alle primarie di coalizione?
Questa soluzione sarebbe per loro la migliore perché non è un segreto che il seguito elettorale di cui godono potrebbe avere un peso ancora maggiore in una votazione “ufficiosa”, tanto da sbaragliare qualsiasi altro candidato. Il rovescio della medaglia, però, è che la candidatura di Mottola d’Amato non è apprezzata dalla base del partito e da tanti altri che potenzialmente guardano all’accordo con il Pd già al primo turno. Una candidatura “imposta” dall’esito delle primarie potrebbe quindi portare comunque ad una spaccatura del fronte democratico, regalando un inatteso vantaggio al centrodestra e a Sergio Abramo.
Inoltre, quale altro candidato accetterebbe di sottoporsi a delle primarie il cui esito appare già scontato?
La patata bollente quindi è nelle mani anche di Ernesto Magorno che prima o poi dovrà quindi prendere una decisione o almeno una posizione, in questo caso non sarà più possibile arrivare all’ultimo giorno utile e imporre una scelta dell’ultima ora, ma sarà obbligatorio discutere e magari confrontarsi, qualcosa che nel Pd catanzarese da tempo non avviene.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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