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Parcelle d’oro, paga l'ex dg dell'Asp di Cosenza

COSENZA I numerosi incarichi conferiti all’avvocato Nicola Gaetano potrebbero costare cari all’ex direttore generale dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli. La Corte dei conti, pur accogliendo in…

Pubblicato il: 07/01/2017 – 12:30
Parcelle d’oro, paga l'ex dg dell'Asp di Cosenza

COSENZA I numerosi incarichi conferiti all’avvocato Nicola Gaetano potrebbero costare cari all’ex direttore generale dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli. La Corte dei conti, pur accogliendo in parte le sue tesi difensive, lo ha condannato al pagamento di 288 mila euro. È andata meglio al responsabile dell’Ufficio legale dell’Azienda, Giovanni Lauricella, per il quale la “pena” disposta è di circa 72 mila euro. Le cifre sono il risultato di una suddivisione del danno: l’80% a Scarpelli, il resto a Lauricella (per un totale di oltre 360 mila euro). Era sottoposta al vaglio dei giudici contabili anche la posizione dell’avvocato Gaetano, ma per lui (che la Procura considerata «determinatore e istigatore» dei comportamenti del management dell’Asp) il collegio ha dichiarato il difetto di giurisdizione. La Procura aveva quantificato il danno per le casse della sanità cosentina in 900mila euro.
Nel mirino della magistratura sono finite 26 delibere con le quali l’Asp ha conferito incarichi legali all’avvocato di Paola «senza alcuna procedura comparativa o di evidenza pubblica e con modalità strettamente fiduciaria». Ma l’istruttoria è stata complicata, come ammettono gli stessi giudici, che solo dopo parecchi approfondimenti sono riusciti a ricostruire una mappa degli incarichi affidati al legale con le somme erogate a suo favore. Sarebbero 47 incarichi di cui 19 nel 2011, 11 incarichi nel 2012, 12 incarichi nel 2013 e 5 incarichi nel 2014». Il prospetto allegato alla sentenza riporta 321 mila euro liquidati nel 2011 e 122 mila nel 2012, più 35 mila euro per altri incarichi. Queste tre tranche formano un presunto danno di 480 mila euro.
Il punto, secondo i giudici, non è che Scarpelli avrebbe dovuto assoggettarsi alla normativa del Codice degli appalti (su questo la tesi della Procura viene bocciata). Quello che inguaia l’ex manager è che «gli incarichi legali sono stati conferiti in violazione dei principi di corretta ed economica gestione delle risorse». Scarpelli, scrivono i giudici, «senza grosse difficoltà, se avesse voluto, avrebbe potuto affidare l’incarico ad un unico professionista esterno o al massimo a due, per affrontare e risolvere in modo ragionevole ma, soprattutto, secondo gli obblighi di servizio, la questione dell’Ufficio legale; tale soluzione avrebbe consentito all’Asp, infatti, di risparmiare milioni di euro». È un’idea che i legali del primario contestano (lo vedremo più avanti), ma è ciò che lo rende colpevoli agli occhi dei magistrati contabili. L’ex dg «non ha avuto alcuna cura nel soddisfare gli interessi dell’Asp; non ha preso alcuna iniziativa volta a rendere più efficace e razionale la gestione delle risorse economiche dell’Azienda con riferimento alla spesa legale e, segnatamente, con riferimento alle prestazioni svolte dall’avvocato Gaetano».
Il resto è matematica: dal danno erariale totale di 480 mila euro va sottratto quello che l’Asp avrebbe speso stipulando la convenzione ipotizzata dalla Corte dei Conti per risparmiare sulle spese. Questa cifra viene fissata in 120 mila euro. Il costo in eccesso, che i giudici imputano all’ex dg e al responsabile dell’Ufficio legale Lauricella (in misura diversa) arriva a 360 mila euro.

IL COMMENTO DI SCARPELLI Scarpelli, in una nota, sottolinea che molte delle tesi sostenute dal suo difensore Guido Siciliano sono state accettate. «In particolare – dice – la Corte spiega che l’affidamento degli incarichi legali per la difesa in giudizio non è soggetto alla normativa del Codice degli appalti e, segnatamente, agli articoli 20 e 27 del decreto legislativo numero 163/2006. Inoltre stabilisce che, pur se gli incarichi affidati a Gaetano siano stati numerosi, il numero cospicuo non ne modifica la natura intellettuale e fiduciaria. Il Collegio della Corte dei Conti ritenendo la natura fiduciaria e personale del rapporto che intercorre tra assistito e difensore e la non riconducibilità della difesa legale tra le funzioni istituzionali dell’Asp, esclude che tale tipo di incarico rientri nella categoria di cui all’art.46 del D.L. 112/2008 e quindi alla procedura comparativa di cui all’art.7, comma 6 bis del D.lgs 165/2001».
«La Corte dei Conti – continua la nota – conferma il buon risultato raggiunto dal direttore generale Scarpelli in merito alla riduzione delle spese legali, ma nel contempo ritiene che si sarebbe potuto ridurre la spesa per gli Incarichi Legali stipulando una convenzione con l’avvocato Gaetano o con un professionista esterno o anche due professionisti con un compenso mensile di 5mila euro che avrebbe consentito un risparmio all’ASP di Cosenza».
«Purtroppo tale possibilità – è sempre la versione dell’ex direttore generale – era impedita all’Asp di Cosenza, ma anche alle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Calabria in quanto essendo in Piano di rientro per il debito sanitario è fatto assoluto divieto di stipulare convenzioni o affidare consulenze a professionisti esterni». Per validare la sua tesi, l’ex manager cita una nota trasmessa il 23 agosto 2014 dal commissario ad acta dell’epoca, il generale Luciano Pezzi: «Non è consentita alcuna assunzione né a tempo indeterminato né a tempo determinato né attraverso altre forme di lavoro flessibile né con Convenzioni o Consulenze».
Ora la palla passa alla difesa di Gianfranco Scarpelli che annuncia ricorso contro la sentenza «pur riconoscendo alla Corte dei Conti il merito di avere chiarito che il conferimento di incarico legale rientra nel contratto di prestazione d’opera intellettuale e in quanto tale non soggiace alla normativa dell’evidenza pubblica essendo di esclusiva natura intellettuale e fiduciaria».

p. p. p.

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