CROTONE «La vicenda della Casa di Cura Marrelli Hospital rappresenta solo un’ulteriore pecca del Sud Italia. Dalle difficoltà di accreditamento all’assegnazione di un budget adeguato, a tre anni dall’inaugurazione della struttura, ancora non si parte. Da medici abbiamo deciso di far parte di questa grande realtà, e quello che più ci rammarica è il non poter svolgere la nostra professione in una terra martoriata, dove la migrazione sanitaria è uno dei più grandi problemi».
È questo il tenore di una serie di lettere che i dirigenti medici della clinica crotonese hanno inviato a Massimo Scura e Andrea Urbani, commissari della Sanità in Calabria nominati dal Governo. Pierluigi Giorgetti, Nicola Portinaro, Luca Camozzi, Simone Cerciello, Fernando Spinelli, Umberto Torchia, Fausta Micheletta, Angela Saccomanno, Massimiliano Amantea, Medhanie Abraham, Giovanni Ussia e Matteo Salcuni sono solo alcuni dei professionisti che operano presso la struttura diretta da Massimo Marrelli.
«Ho sposato con entusiasmo questo progetto convinto di vincere la sfida» scrive Pierluigi Giorgetti, primario dell’Unità di chirurgia vascolare dell’Istituto Humanitas di Milano. «Sono convinto di poter trasferire le mie competenze in un territorio ad alta migrazione sanitaria – aggiunge – nella speranza di ridurre, anche se in piccola parte, i disagi di pazienti costretti a penosi viaggi della speranza alla ricerca di cure appropriate».
Nicola Portinaro è uno dei più apprezzati ortopedici pediatri d’Italia. Ricercatore di ortopedia infantile ad Oxford, spera di poter scrivere pagine di eccellenza anche da Crotone. «Sinceramente non vi conoscevo e, da quello che si sente in giro, non è che ne avessi molta voglia. È bastato un giorno tra il primo e il quarto piano del Marrelli Hospital – ha sottolineato – per capire che c’è voglia di cambiamento, anche per cancellare gli stereotipi e far mutare idea a gente come me».
Con 400 interventi, 700 stent carotidei, 250 aneurismi endovascolari e 1200 endo arterectomie carotidee effettuati in tutto l’arco della sua vita professionale, Luca Camozzi è convinto di poter «traslare la mia professionalità, la mia esperienza di 30 anni di chirurgia vascolare ed endovascolare, grazie alle tecnologie del Marrelli Hospital, in un territorio dove l’emigrazione al Nord dei pazienti è emblematica del quadro sanitario attuale della Regione Calabria».
Quello che viene da pensare è che tutto ciò che viene creato al Sud non ha possibilità di successo. «Nel 2016, l’idea che un paziente debba emigrare per ottenere le cure di cui ha bisogno è inaccettabile. Poter essere curati bene e a casa propria è un diritto insindacabile. Per questo ho sposato con entusiasmo la causa del Marrelli Hospital che risponde concretamente a queste due esigenze» afferma Simone Cerciello, ortopedico del Marrelli Hospital e consulente ortopedico del Vaticano, con oltre 1000 interventi eseguiti in particolare per la chirurgia protesica e la traumatologia dello sport.
Dopo 15 anni di attività a Milano, Fernando Spinelli ha la possibilità «di ritornare ad operare nella mia città, tra la mia gente in questa terra amara e bellissima». Spinelli è direttore del ColoRectal Center del Marrelli Hospital, con oltre 1000 esami endoscopici, 2000 interventi in chirurgia generale e 3500 di chirurgia colorettale in tutta la sua attività professionale. Umberto Torchia è docente all’Università di Messina. Anche lui crotonese, ricorda che l’università peloritana «ha creduto in questo progetto, ha dato credito, mi ha dato la possibilità di mettere a disposizione la mia opera nel campo senologico ed oncologico a favore dei pazienti calabresi che a decine vengono curati sino ad oggi in strutture universitarie, distanti dagli affetti e costretti a sobbarcarsi un costo economico non indifferente».
Fausta Micheletta lavora da 10 anni come internista di area chirurgica sia a Roma che all’estero con Medecins Sans Frontieres (Msf). «Il paradosso che vivo professionalmente – scrive – è che in entrambi i miei contesti lavorativi assisto clinicamente pazienti che hanno fatto un lungo viaggio per raggiungere le strutture presso le quali lavoro per ricevere cure adeguate. Posso comprendere che in Sri Lanka o in Costa d’Avorio o in Siria, in contesti di guerra e catastrofi naturali, i pazienti debbano fare un lungo viaggio per venire presso una struttura medica di qualità che sia in grado di fornire l’assistenza medica e chirurgica richiesta, ma non posso accettare che una società civile che si rispetti non contrasti con tutte le sue forze i viaggi sanitari verso il centro-nord del Paese della popolazione calabrese».
Angela Saccomanno specialista in Radioterapia in attesa di poter svolgere la sua professione dopo anni di formazione e tirocini. «Vorrei dare il mio contributo ad un territorio sprovvisto di un servizio importantissimo ed essenziale».
Massimiliano Amantea primo specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale in Calabria con borsa di studi Regionale e oltre 2000 interventi di Chirurgia Oro-Maxillo facciale effettuati. «Ho deciso di svolgere la mia professione qui in Calabria mettendoci la faccia. Il Marrelli Hospital deve essere una realtà per questa terra ed egoisticamente dico, non solo per la popolazione, ma anche per creare un polo di formazione e crescita anche dal punto di vista professionale».
Ed ancora Medhanie Abraham con più di 4000 interventi di Chirurgia Maggiore e 2000 interventi di Chirurgia laparoscopica avanzata. «Il Marrelli Hospital è una struttura in grado di arginare il flusso di migrazione dei pazienti del Sud Italia che vengono sradicati dal loro contesto ambientale e dall’affetto famigliare alla ricerca di cure al Nord Italia. Migrazione che provoca danni psicologici, morali ed innegabilmente anche economici”.
Giovanni Ussia professore per oltre 25 anni all’Università di Bologna e oggi Consultant Surgeon nel Regno Unito. “Da crotonese sono molto felice di ritornare nella mia città e contribuire insieme alla famiglia Marrelli e tutto lo staff per fornire cure sempre migliori ai nostri concittadini».
Matteo Salcuni radiologo interventista, opera sia in Italia che all’estero, sia in Europa che nel continente asiatico. «Il Marrelli Hospital può rappresentare davvero una svolta per questo territorio e spero che presto io possa prestare la mia professione a questo popolo ed a questo territorio».
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