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Il dovere di poter continuare a sognare

Il dovere di poter continuare a sognare
†Il quotidiano Italia Oggi, in collaborazione con la Sapienza di Roma, ha stabilito che Crotone, per qualità della vita, è all’ultimo posto. È come se i crot…

Pubblicato il: 09/01/2017 – 12:43

Il dovere di poter continuare a sognare
†Il quotidiano Italia Oggi, in collaborazione con la Sapienza di Roma, ha stabilito che Crotone, per qualità della vita, è all’ultimo posto. È come se i crotonesi avessero avuto in dono i confetti di Papa Sisto che non si mangiano, ma si ascoltano. Nel gergo idiomatico significa ricevere una brutta notizia. E quale notizia più brutta avrebbero potuto avere, per quel che vale la statistica del quotidiano economico, quanti vivono oggi in quella che fu la città di Pitagora? 
Se Mantova è la città nella quale si vive meglio, la città calabrese, ex capitale industriale, già terra dei fuochi, è quella dove si vive peggio. Speriamo che la statistica, almeno per loro, serva a qualcosa, quanto meno a risalire la china, nell’anno che è appena iniziato. È difficile, non solo per Crotone, ma anche per le altre città capoluogo di provincia della nostra Regione, ma almeno, i confetti di papa Sisto dovrebbero servire da stimolo a far meglio. Anche se i calabresi tutti dovremmo adottare il simbolo della rosa blu, che, nel linguaggio de fiori, significa rendere possibile l’impossibile. 
Ed allora, oltre ad una migliore qualità della vita, cosa aspettarsi dal 2017? Non è facile stabilirlo. Sono tante e tali le cose che dovremmo auspicare che non basterebbero alcune brevi considerazioni ad elencarle. C’è molta incertezza. Se l’anno,appena andato via, è stato dei peggiori, del nuovo possiamo dire ben poco, se non semplici auspici. È certo, però, che al primo posto, c’è la questione lavoro, soprattutto per i giovani. Se si parla bene della classe politica sono in molti ad assalirti. Avevo scritto sul social più diffuso che quello di Mattarella era stato un discorso di fine anno degno di rilievo, meritorio. Sono stato assalito da gruppi di giovani della categoria dei giustamente”indignados” perché anche quelle del Presidente della Repubblica sarebbero state parole vuote. “Dove sono i posti di lavoro” mi hanno scritto anche in privato. Tutti sono bravi a far chiacchiere, non solo i politici calabresi, ma anche (Veltroni?) ad altissimi livelli. 
Fino a quando saremo costretti a fischiare alla luna, saremo sempre contro tutto e tutti. Forse ne sa qualcosa Matteo Renzi che, anche per la questione dei giovani senza lavoro, ha perso il referendum. Anche. Perché, secondo i buoni intenditori, a tradire Renzi sarebbero stati( o sono stati?) gli stessi esponenti del Pd, in Calabria come altrove. I giovani senza lavoro. Se Crotone porta la bandiera di città meno bella d’Italia, la Calabria è la Regione con meno occupati, nella quale non ci sono “posti fissi” né “posti, senza aggettivi. Posti e basta. E per di più, il divario tra Nord e Sud appare sempre più crescente. Politici e sindacalisti non si parlano più. Non che se lo facessero potrebbero trovare soluzioni. Anzi.
Se l’avessero avuto uno straccio di proposta a quest’ora l’avrebbero indicata. C’è addirittura uno scaricabarile di responsabilità, pur nelle rispettive competenze. Altra questione, quella degli immigrati che riguarda tutto il Paese, Calabria compresa. 

Se c’è un problema da risolvere quando mai la Calabria è rimasta fuori? Non solo nel ghetto perenne di San Ferdinando i fratelli dalla pelle nera, “vivono” un disagio incommensurabile. Sono stati lasciati al freddo e al gelo e, spesso, senza pane. Ed ancora si discute se si debba accoglierli o rimandarli indietro. Provate a chiederlo a Giusi Nicolini o a Mimmo Lucano.
A Lampedusa e a Riace, loro e solo loro, ne hanno fatto una questione quasi personale. Guai ad esprimere loro critiche di qualsiasi genere. Com’è che quando arrivano in Italia o in Calabria ci poniamo problemi, mentre quando andavamo noi nelle lontane Americhe o in Germania avevamo diritto al posto di lavoro? Per la Nicolini e Lucano, gli immigrati sono fratelli. 
Avevo proposto per loro un premio da parte della Calabria, da consegnare, per esempio, il giorno di San Valentino, ma al di là di singoli apprezzamenti, nessun commento formale. Loro vanno avanti anche senza un premio(la fondazione Carical lo aveva deciso qualche mese fa) per il lavoro quotidiano che svolgono in favore degli immigrati. E poi? Problemi politici, a parte, grandi quanto un casa – dalla legge elettorale alla crisi economica che ci riguarda da vicino – e non poco- c’è da auspicare un ruolo di maggiore consapevolezza da parte delle Istituzioni:giunta e consiglio regionali, città metropolitana e non, sindaci di piccole e grandi città. “L’augurio è che la politica torni ad avere il ruolo fondamentale che le spetta, oltre le secche della faziosità” ha scritto su Repubblica, Giuliano Pisapia, aggiungendo che quando si critica, o si contesta una proposta di altri, occorre proporre un’alternativa,realistica e percorribile e non ci si limiti alla mera critica distruttiva. Uno può condividere o non accettare il discorso di Mattarella, ma non può dire, come ha fatto Salvini, «è una vergogna!» Ecco che bisogna porsi di fronte ai problemi, grandi quanto una casa, anzi una caserma, con speranza e fiducia, invocando l’impegno di chi ha responsabilità elettive, ed anche di quanti, semplici cittadini, non possono limitarsi ad aspettare la manna dal cielo. 
I politici che guardano all’oggi servono, ma sono indispensabili gli statisti (ne abbiamo?) che si occupino del domani. Rimarrà un sogno? Forse, ma abbiamo, tutti, il dovere di provarci. E di non ricevere sempre i confetti di Papa Sisto!

*giornalista

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