REGGIO CALABRIA «È l’ennesimo caso grave, quanto paradossale, della sanità regionale: quello del Pronto soccorso dell’ospedale di Reggio, inaugurato in pompa magna appena due mesi fa, con locali d’avanguardia e ben attrezzati, ma privo di personale sanitario per garantire i livelli essenziali di assistenza». Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Alessandro Nicolò. «La denuncia – prosegue – è soltanto l’ultima. Se ne sono fatti carico il coordinatore infermieristico di Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza e lo stesso primario del reparto e la questione era stata anche da noi rappresentata nell’aula del Consiglio in occasione del dibattito sulle politiche sanitarie, ma rivela purtroppo uno sconcertante quadro generale. Quello di paurosi vuoti di organico, proprio laddove sarebbero più indispensabili, e di inaugurazioni-farlocche, con pomposi tagli di nastro auto-celebrativi e novità che si limitano alla facciata. La questione degli organici carenti risiede nel fatto che le Asp della Calabria perseverano sistematicamente nell’inosservanza di quanto previsto dall’Accordo collettivo nazionale di lavoro per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale. La sanità calabrese è afflitta dalla mancata pubblicazione degli incarichi vacanti di continuità assistenziale da parte delle Asp. Si tratta di un fenomeno endemico sul quale abbiamo depositato un’interrogazione a risposta scritta in consiglio regionale rivolta al presidente Oliverio per sapere “quali urgenti iniziative si intendono adottare affinché le Asp calabresi avviino immediatamente le procedure di pubblicazione delle zone carenti di continuità assistenziale”. È una prassi diffusa, un comportamento omissivo delle Asp della Calabria tutt’altro che momentaneo. Per queste ragioni, nell’interrogazione citata, abbiamo sollecitato provvedimenti straordinari: l’indifferibilità e l’opportunità della nomina di commissari ad acta qualora dovesse persistere tale inadempienza. Non si possono più sopportare disagi di entità e proporzioni notevoli per gli assistiti, e al contempo fonte di numerose vertenze promosse sia dai medici interessati che dalle organizzazioni sindacali di categoria. In particolare, il suddetto comportamento in disprezzo dell’osservanza delle leggi, ha causato notevoli danni ai medici aventi diritto alla titolarità di continuità assistenziale». «Sulla problematica – conclude Nicolò – rimane perfino disattesa la sentenza del Tar Calabria 1211 del 2013, la quale impone di avviare il procedimento per l’individuazione e il conferimento delle zone carenti di continuità assistenziale dal 2005 in poi. Ma, malgrado le diffide, le segnalazioni, la sentenza del Tar segnalata, non è dato riscontrare ancora oggi la pubblicazione di tutti gli incarichi vacanti di continuità assistenziale da parte di nessuna delle Asp della regione».
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