ROSSANO Giuseppe Caputo non ama le mezze misure. Non lo ha fatto in occasione del blitz compiuto sulla legge elettorale calabrese, che ha portato all’iniziale esclusione dal consiglio regionale di Wanda Ferro, e non intende farlo ora che il nuovo patatrac si è compiuto con l’esclusione del centrodestra dalla corsa alla presidenza della Provincia di Cosenza. L’ex consigliere regionale non esita definire tutto ciò «una grande vergogna». Per Caputo «è difficile rovare parole diverse per descrivere quanto accaduto in vista delle prossime elezioni provinciali 2017. Da una parte, un territorio, quello dell’area urbana Corigliano-Rossano che, insieme ai comuni del Basso jonio, si è dimostrato nuovamente incapace di fare sintesi su una candidatura forte ed aggregante dello Jonio. Dall’altra, il peggiore trasversalismo di chi, a queste latitudini come in Regione, continua ad avere il coraggio di stare a destra, a sinistra e nel centro. Infine, la debacle senz’appello del centrodestra provinciale e regionale, con la ricusazione della candidatura del sindaco di Orsomarso Antonio De Caprio a presidente per mancanza di firme o, peggio, perché irregolari».
A questo punto, per Caputo, sono necessarie «le dimissioni dei dirigenti provinciali e regionali del centrodestra». Nessun nome, ma il riferimento è ai massimi responsabili di Forza Italia. Compreso Giuseppe Graziano, coordinatore provinciale di Forza Italia che ha scelto di schierare il suo movimento con il candidato del centrosinistra Franco Iacucci: «Ciò che più è parso intollerabile – aggiunge – leggendo le diverse dichiarazioni rilasciate ai media in questi giorni sulla penosa vicenda delle Provinciali di Cosenza è certamente la posizione di chi, pur essendo dirigente forzista ha candidamente anticipato il suo sostegno al candidato del centro sinistra di Oliverio & compagni. Senza che ciò abbia suscitato o susciti scandalo o scalpore. Come se fosse ormai passato il concetto per cui, al di là del partito che si rappresenta e si dovrebbe dirigere, le scelte politiche possano mutare in base alla vantata amicizia trentennale o al comparaggio col candidato di turno o con il suo promotore e sostenitore. Questa è un’autentica vergogna che allontana sempre di più la gente dalla politica».
«Sullo sfondo – va avanti l’ex sindaco di Rossano– resta l’ennesima brutta pagina scritta dagli amministratori dello ionio rispetto all’eventualità di concorrere con una candidatura forte ed unitaria dell’area e tentare di sottrarre i destini politici, sociali ed economici, ormai segnati, di questo territorio alle dinamiche autoreferenziali del cerchio magico cosentino».
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