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Sindaci dell'Alto Crotonese, date i terreni incolti agli under 40

L’appello che rivolgo ai sindaci dei comuni dell’Alto Crotonese è di concedere i terreni incolti di proprietà comunale agli under 40 che intendono impegnarsi in agricoltura per supportare la nascit…

Pubblicato il: 11/01/2017 – 14:56
Sindaci dell'Alto Crotonese, date i terreni incolti agli under 40

L’appello che rivolgo ai sindaci dei comuni dell’Alto Crotonese è di concedere i terreni incolti di proprietà comunale agli under 40 che intendono impegnarsi in agricoltura per supportare la nascita di nuove imprese e dare una spinta decisa alla valorizzazione del settore agro-zootecnico. In un periodo storico come quello attuale, caratterizzato da una profonda crisi economica e sociale, il sostegno ai giovani potrebbe garantire nuove opportunità e prospettive. C’è la necessita di incentivare la nascita di imprese in grado di rivitalizzare questi territori. Negli ultimi anni le amministrazioni pubbliche di questi territori stanno risentendo di forti difficoltà caratterizzate da mancate risorse, politiche di valorizzazione idonee e un forte spopolamento. Un’impresa agricola che nasce in questi territori potrebbe rappresentare uno stimolo a diminuire lo spopolamento, la disoccupazione e l’emigrazione che da molti anni sono la piaga della nostra amata e amara terra.
Questi territori (in particolare le terre) prima erano supportati da meccanismi virtuosi in un rapporto uomo-natura che li rendeva produttivi, oggi, invece, sono oggetto di degrado. Invase da sterpaglie, acque non più regimate, canaloni di scolo non puliti: nascono così disequilibri pericolosi per l’intero ecosistema. L’abbandono più totale comporta innumerevoli rischi per i cittadini che possono essere risolti con un’unica strategia. Una concessione dei terreni incolti riuscirà a creare nuove economie agricole, toglierebbe ai comuni il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante. L’impresa agricola potrebbe, pertanto, coltivare e valorizzare il fondo mentre la pubblica amministrazione in cambio potrebbe avere servizi quali la pulizia di strade interpoderali, di boschi e di aree di verde pubblico. Questo, inoltre, potrebbe rappresentare una soluzione alla carenza di terreni per i giovani imprenditori che vedono nell’agricoltura una professione conciliabile con i territori di appartenenza. Puntare sul territorio come leva dello sviluppo, non si può scindere da questo binomio e non ci può essere sviluppo e crescita del settore primario che non tenga conto delle risorse e delle peculiarità del paesaggio rurale. Un’azienda agricola dinamica, giovane e sostenibile non crea semplicemente un prodotto agroalimentare: genera un valore aggiunto nel comparto turistico, ambientale e culturale. Il concetto di territorio racchiude l’insieme di ambiente, paesaggio e comunità, uniti da rapporti di solidarietà e scambi proficui e sostenibili a lungo termine. Ecco perché l’agricoltura assume un ruolo fondamentale per valorizzare le risorse naturali, per preservare la biodiversità e generare ricchezza.
I modelli del km 0, del biologico e del biodinamico intercettano un consumatore più attento, più esigente che vuole conoscere l’area di produzione, il territorio. Pertanto, non possiamo sottovalutare i percorsi enogastronomici che stanno nascendo su tutto il territorio nazionale. Il primo scopo dell’attività agricola, cioè la funzione produttiva, deve costantemente fare i conti con le difficoltà derivanti dai costi di produzione, dalla carenza di strumenti tutela del Made in Italy e della carenza di suolo agricolo. Il secondo scopo invece è funzionale ai territori, basti pensare alla funzione che assume l’agricoltura per garantire lo stato di salute del suolo che la ospita e parallelamente deve lavorare all’incremento della sua fertilità, scoraggiando così quei processi di impoverimento del territorio derivanti dall’abbandono e dalla mancata presenza dell’uomo. La valenza sociale dell’agricoltura è ormai nota, si pensi alle fattorie sociali, a quelle didattico-educative, aggregano persone e gruppi per socializzare e presidiare il territorio, alle comunità di cibo, ai centri ippici e di ippoterapia, alle nuove funzioni degli istituti scolastici agrari ed alberghieri, ai centri di ricerca sostenuti dai bisogni nuovi di comunità delle campagne.
S trategie e scelte politiche ben fatte possono cambiare il nostro territorio, ma lottiamo insieme affinché non rimanga solo una proposta.

*segretario Giovani democratici Alto Crotonese

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