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"Multopoli", chiesto il processo per Abramo

CATANZARO Il sostituto procuratore di Catanzaro Graziella Viscomi, nel corso dell’udienza preliminare sul procedimento “Multopoli”, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutte e 35 le persone in…

Pubblicato il: 13/01/2017 – 14:08
"Multopoli", chiesto il processo per Abramo

CATANZARO Il sostituto procuratore di Catanzaro Graziella Viscomi, nel corso dell’udienza preliminare sul procedimento “Multopoli”, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutte e 35 le persone indagate nell’indagine che vede coinvolti anche il sindaco del capoluogo, Sergio Abramo e il consigliere regionale Domenico Tallini. Le accuse formulate, a vario titolo, nei confronti degli indagati sono abuso d’ufficio, associazione per delinquere, truffa aggravata, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa dal privato e simulazione di reato. Al centro dell’inchiesta, un giro di multe cancellate grazie alla preziosa intercessione della politica, con l’aiuto di dipendenti comunali. Per gli ex assessori Massimo Lomonaco e Stefania Lo Giudice, assieme al capo della polizia municipale Giuseppe Antonio Salerno e al maggiore Salvatore Tarantino l’accusa è di associazione per delinquere. Abramo e Tallini, invece, sono accusati di abuso d’ufficio. Unico indagato che ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato è Luciano Calabrese. Per chi ha scelto il rito ordinario la prossima udienza è stata fissata per il 27 febbraio. I 35 indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono: Massimo Lomonaco, Stefania Lo Giudice, Salvatore Tarantino, Giuseppe Antonio Salerno, Domenico Tallini, Sergio Abramo, Carlo Nisticò, Domenico Amico, Adelina Angotti, Rosaria Paola Barbuto, Francesco Basile, Luciano Calabrese, Antonio Celi, Rocco Cristallo, Maria Teresa De Masi, Maria Teresa Di Martino, Ubaldo Errigo, Ivan L’Arocca, Vincenzo La Croce, Rosario Lo Stumbo, Orlando Nisticò, Antimo Paternuosto,  Francesco Pellegrino, Umberto Raimondo, Giovanni Rubino, Gianfranco Rotundo, Alessandro Rubino, Leonardo Rubino, Luigi Sacco, Luigi Talarico,Ivan Tucci, Pasqualina Usai,  Maurizio Valente, Luigi Veraldi e Santo Veraldi.

ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE In particolare Massimo Lo Monaco, Stefania Lo Giudice, Salvatore Tarantino e Giuseppe Antonio Salerno sono accusati di associazione per delinquere perché, come si legge nella conclusione indagini, «Lomonaco e Lo Giudice, consiglieri comunali e assessori all’epoca dei fatti, al fine di acquisire consenso elettorale, Tarantino e Salerno (ufficiali del corpo della Polizia municipale del Comune di Catanzaro), al fine di acquisite prestigio e benevolenza nell’ambito “politico”, si associavano allo scopo di far ottenere e/o conseguire a loro stessi e/o a terzi utilità ingiusti profitti e/o vantaggi patrimoniali mediante l’annullamento illegittimo di numerosi verbali di contravvenzione stradale di soggetti che a costoro si erano rivolti. Ciò con l’abuso delle loro qualità e/o poteri derivante dalla/e funzione/i ricoperta/e/o strumentalizzando il potere riconosciuto alla pubblica amministrazione (Polizia municipale) in tema di annullamento di atti in autotutela». Il reato, si sarebbe protratto a far data dal maggio 2012 (data delle elezioni amministrative).
 
SECONDA TRANCHE DI INDAGINE La Digos di Catanzaro condusse, poi, una seconda tranche di indagini nel corso della quale riscontrò nuovi casi in cui, illecitamente, e procurando un danno patrimoniale all’amministrazione comunale di Catanzaro, le multe sarebbero state ingiustamente condonate. Gli esempi sono diversi, come elencati nella seconda conclusione delle indagini. Due episodi sarebbero avvenuti il 4 gennaio 2013 e il 10 aprile 2013 e riguardano Domenico Tallini, all’epoca dei fatti consigliere comunale di maggioranza ancorché assessore al Personale della Regione, e Salvatore Tarantino, maggiore tenente/colonnello della Polizia municipale di Catanzaro. Il 4 gennaio Tallini e Tarantino, abusando e approfittando del vincolo di soggezione derivante dalle specifiche cariche e funzioni pubbliche ricoperte, inducevano il vigile urbano Luigi Sacco ad «annullare indebitamente, sia perché in assenza di alcuna motivazione, sia perché una eventuale autorizzazione “regionale” alla sosta in possesso del Tallini non facultava il parcheggio in zona rimozione», una contravvenzione di 41 euro redatta nei confronti dell’autovettura in uso a Tallini.
Stesse dinamiche e stessi personaggi per l’episodio, e relativo capo d’imputazione, del 10 aprile. Qui cambia il valore della multa, 84 euro, e l’illecito ossia il parcheggio in area riservata ai taxi.

ale. tru.

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