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Le mani della "cupola" su Fincalabra

REGGIO CALABRIA «Decreto Reggio e Società Miste sono fondamentali per capire voglio dire perché “Chercher l’argent ou Chercher la femme”». Quando il 22 luglio scorso Alberto Sarra decide di se…

Pubblicato il: 16/01/2017 – 7:07
Le mani della "cupola" su Fincalabra

REGGIO CALABRIA «Decreto Reggio e Società Miste sono fondamentali per capire voglio dire perché “Chercher l’argent ou Chercher la femme”». Quando il 22 luglio scorso Alberto Sarra decide di sedersi di fronte al pm Giuseppe Lombardo per sottoporsi al primo di una serie di interrogatori, sa già quale sia il nodo da affrontare. Dall’operazione Mammasantissima è emerso in modo chiaro il sistema criminale che ha governato la politica reggina, il suo regista, così come il suo reale obiettivo. «La femme l’abbiamo già… abbiamo risposto già prima» conferma l’ex sottosegretario, che per ore ha parlato di Paolo Romeo.

VOILA’ LA FEMME «Io che lui (Romeo ndr) abbia i rapporti con tutte queste persone – assicura al pm Lombardo –  che sono dei rapporti sui quali lui incide, io questo lo posso testimoniare perché ero alla Provincia e lui aveva rapporti con Pirilli  e aveva degli spazi all’interno dell’amministrazione provinciale. Che lui avesse dei rapporti con Valentino io lo posso testimoniare perché mi risulta ed erano i rapporti anche in con lui gli indicava, incideva, esprimeva dava indicazioni». E aggiunge «tutti i rapporti di Romeo io glieli testimonio. Quello che lei dice rapporti con Tommasini, che poteva fungere da … si, assolutamente! Eh … rapporti con Pirilli, assolutamente! Rapporti con Fuda (..) Secondo me c’è un idem sentirem, mi esprimo così.. con Pirilli, con Valentino, che è un mondo che lei delinea». Lo farà, dice.

LE PROMESSE DI SARRA E poi – inizia a dire Sarra – «quello che io percepivo, che i rapporti con eh … l’avvocato De Stefano che io non conosco…» ma non arriva a completare la frase. Così come non riesce – quanto meno negli interrogatori messi agli atti – a spiegare come mai uomini di peso della politica locale e nazionale, per definire carriere e strategie elettorali, si siano affidati a Paolo Romeo, nonostante condanne e guai giudiziari. Però afferma «toccheremo alcuni punti perché ci sono persone che hanno avuto ruoli nei ministeri… nelle… dove non sa… non sarà semplicissimo». Dichiarazioni di cui – allo stato – agli atti non c’è traccia.

FOLLOW THE MONEY Su una cosa Sarra però è chiaro «il segreto è quello! Le socie … i punti sono quelli, il rifinanziamento del Decreto Reggio». Perché? Perché è «sui flussi di denaro si gioca gran parte dell’equilibrio». E da dove arrivano i soldi in Calabria? Da Roma e da Bruxelles. Ecco perché – non esita a dire l’ex sottosegretario – è dal Decreto Reggio e dalle società miste che bisogna partire per comprendere gli assetti di potere a Reggio. Senza dimenticare Fincalabra, «uno strumento importantissimo» – chiarisce l’ex sottosegretario – perché «può gestire direttamente finanziamenti della Regione e non solo … attenzione … finanziamenti comunitari». «Flussi che vanno anche verso il sistema criminale?» chiede il pm Lombardo. E la risposta di Sarra è lapidaria «purtroppo sì».

QUESTIONE DI NOMINE Forse per questo – lascia intendere il politico – le nomine in Fincalabra erano molto ambite. E presidiate. «Per esempio – dice Sarra – il solito Franco – venne nominato all’interno di Fincalabra che era la finanziaria regionale con un incarico importante». Lo stesso ente che «vide poi come vice presidente l’ingegnere Idone che ritroveremo poi successivamente eh… fu nominato vice presidente quando Scopelliti era governatore della Regione Calabria». Una nomina sollecitata.

LA RICHIESTA DI ROMEO «Marra, Romeo, Idone..  è quello (il gruppo) – sottolinea Sarra –  che formalmente poi chiede la eh.. nomina di Idone a Fincalabra. Un dato di cui l’ex sottosegretario è certo perché «Idone venne nominato nel Consiglio di amministrazione di Fincalabra ehm … proprio uhm … come rappresentante allora di questo gruppo di “Noi Sud”, cioè indicato dall’onorevole Belcastro». La vicepresidenza invece – spiega Sarra – gli è stata assegnata. «Non è una nomina diretta quella del vicepreside … cioè viene fatto un bando dalla Regione. Ehm c’è un Ufficio presso il consiglio regionale che seleziona le domande sulla base del possesso dei requisiti. All’interno di questi, poi, il consiglio regionale decide le nomine e venne nominato vicepresidente. All’epoca in cui lui era vicepresidente l’Assessore alle Attività Produttive era l’onorevole Caridi». Un dato non neutro perché è proprio quello l’assessorato che ha il controllo su Fincalabra.

L’OMBRA DI CARIDI «L’assessorato – spiega Sarra – proprio come struttura, anche come dipartimento, è responsabile del controllo di Fincalabra. È un fatto proprio… amministrativo … di apparato… cioè di competenze». E all’epoca «era retto dall’onorevole Caridi, all’epoca assessore alle Attività Produttive non esterno ma eletto. Era risultato primo nella circoscrizione della Provincia di Reggio Calabria». E questo cosa significa? Sarra è preciso. «L’assessore riesce comunque ad avere una forza incisiva (..) cui non è soltanto un’attività di controllo ma, trattandosi di attività di gestione di amministrazione, c’è una forza di penetrazione da questo punto di vista». E per spiegarsi ancora meglio fa un esempio molto concreto. «Una delle sedi di Fincalabra era nei pressi di piazza Sant ‘Agostino/piazza Carmine». Ma non era di proprietà dell’ente, l’aveva affittata. «Era di proprietà di un cugino di Caridi, tale Iaria Vincenzo mi pare».

RAPPORTO FERREO E STRUTTURATO CON SCOPELLITI All’epoca, spiega Sarra, il rapporto fra Caridi e Scopelliti era già da tempo consolidato. «È un rapporto risalente nel tempo ed è un rapporto che non ha subito momenti di flessione né soluzione di continuità». Nato nei primi anni Duemila al Comune di Reggio Calabria è cresciuto nel tempo. Ma già nella prima amministrazione Scopelliti – ricorda Sarra – «vedeva affidato a lui, all’interno dell’amministrazione comunale, il ruolo importantissimo di Assessore all’Ambiente e a tutte le attività propedeutiche all’ambiente. Questo chiaramente significava anche un’incidenza notevole sulla questione delle società miste».

ASSESSORATO DI PESO Una nomina che fa da collante ad un rapporto che a detta di Sarra «si cementa e diventa sempre più forte, tant’è che nel 2010  (Caridi ndr) viene nominato Assessore alle Attività Produttive che è una delega tra le più importa … se non la più importante, tolta la Sanità, che il presidente tiene per sé». È questo per Sarra il punto di arrivo di un rapporto iniziato quando Caridi si occupava di Ambiente a Palazzo San Giorgio «e che si cementava nel tempo sempre più forte con Scopelliti e con le persone del suo entourage più stretto tipo Zoccali, tipo la dottoressa Fallara».

AMBIENTI POCO CHIARI Anche Zoccali, arrivato in Provincia – ricorda Sarra – «in quota Paolo Romeo», divenuto city manager con Scopelliti sindaco, finisce per seguirlo in Regione quando diventa governatore. E anche fra i due il rapporto diventa sempre più forte nel tempo. «Io della Regione, ora che capisco meglio – dice l’ex sottosegretario al pm Lombardo –  alcune cose gliele posso dire soprattutto in riferimento, per esempio, a certe persone che io ho qualche dubbio per esempio Zoccali». Il dg regionale  a detta di Sarra «aveva questi rapporti con Scopelliti, con coso ed alcune persone che per esempio facevano parte delle struttura di Zoccali che secondo me erano legati anche ad ambienti poco chiari».

DOVE C’E’ LA CASSA Il pm a questo punto lo blocca. Vuole una precisazione. «Di tipo mafioso o ambienti poco chiari di altra natura?». L’ex sottosegretario non sa rispondere con precisione però sottolinea «da alcune cose, erano tenuti fuori anche gli assessori non solo io, cioè alcune cose venivano gestite direttamente, dove c’erano cose di importanza economica e
cosa, da Zoccali e Scopelliti». Unica eccezione, «ecco … Caridi era uno che entrava in questo discorso».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

 

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