COSENZA È stata ridotta a 12 anni la pena nei confronti del 19enne accusato di avere strangolato la propria madre adottiva. Lo ha stabilito, lunedì, la corte d’appello di Catanzaro. L’omicidio è avvenuto il primo aprile 2015, a Donnici, frazione di Cosenza. Qui vivevano Patrizia Schettini, insegnante di musica, 53 anni, suo marito e due figli adottivi, di cui uno ancora minorenne (17 anni). Il giorno del decesso la donna venne trovata riversa ai piedi delle scale che conducono alla villetta di famiglia. Si pensò ad un incidente domestico ma questa tesi non convinse gli investigatori, insospettiti da un graffio sul braccio della Schettini e da segni di strangolamento poi accertati dall’autopsia. Saranno le indagini a portare verso il figlio più piccolo, che nel frattempo si era fatto tatuare sul braccio la frase «Nemmeno la morte ci potrà separare. Ti amo mamma». Secondo la ricostruzione dei fatti, dopo un litigio dovuto al rendimento del ragazzo al conservatorio, l’allora 17enne, dopo uno schiaffo subìto, avrebbe avuto un raptus e avrebbe aggredito la madre. In primo grado, con rito abbreviato, il giovane era stato condannato a 14 anni e otto mesi. In appello la pena è stata ridotta di due anni e otto mesi.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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