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Ai Consorzi le fatture per gli eventi di Coldiretti

LAMEZIA TERME Coldiretti è il centro decisionale e l’Anbi Calabria, organismo istituzionale che riunisce i Consorzi di bonifica, quello di fatturazione. Ieri vi abbiamo raccontato il caso della Fes…

Pubblicato il: 18/01/2017 – 12:54
Ai Consorzi le fatture per gli eventi di Coldiretti

LAMEZIA TERME Coldiretti è il centro decisionale e l’Anbi Calabria, organismo istituzionale che riunisce i Consorzi di bonifica, quello di fatturazione. Ieri vi abbiamo raccontato il caso della Festa dell’Agricoltura 2015, organizzata ad Amantea: l’hotel che ha ospitato la manifestazione ha preso accordi con l’associazione di categoria ma poi ha girato altrove le fatture. Un caso sporadico? No, sembra più un cliché.
Prendiamo la Giornata calabrese dell’Agricoltura. L’appuntamento – organizzato da Coldiretti «in collaborazione con l’Anbi» – è fissato per il 14 novembre al Centro agroalimentare di Lamezia. Arrivano in tanti. E c’è anche il governatore Oliverio, che ha parole di ringraziamento per l’associazione: «Un grazie alla Coldiretti per il lavoro attento, responsabile e progettuale che porta avanti e un grazie anche per le critiche. Devo dare atto di un impegno strenuo su tutti i fronti senza tralasciare nulla, anche su vicende non strettamente agricole e questo profondamente distingue il Dna della Coldiretti». La sala è gremita: nei resoconti si parla di 1.500 agricoltori arrivati da tutta la Calabria, di tanti sindaci intervenuti e, ovviamente, delle autorità. Le bandiere gialle e verdi di Coldiretti sono dappertutto. L’Anbi è un po’ meno visibile: se ne sta in disparte. Per la verità, il suo l’ha fatto in un altro modo: spendendo diverse migliaia di euro.
Un passaggio è già stato sottolineato nelle scorse settimane: Marsio Blaiotta, presidente dell’Anbi, scrive a sette consorzi di bonifica per chiedere «un contributo finanziario finalizzato a sostenere i costi della manifestazione». I versamenti arrivano e una serie di mail mostra che il modus operandi – io prendo le decisioni e tu fatturi – si ripete, nel 2016 come nel 2015.
Come dicevamo, al Centro agroalimentare erano in tanti. Già, ma come ci sono arrivati? Non tutti (per fortuna: ne avrebbero fatto le spese i proclami sulla sostenibilità ambientale) con la loro auto. Coldiretti, infatti, si è rivolta ad alcune ditte di trasporto. Il 3 novembre, dagli uffici dell’associazione di categoria parte una comunicazione rivolta a una di queste aziende: la richiesta è quella di un preventivo per nove pullman. Prima, però, c’è un altro passaggio. È del 24 ottobre. E in questo caso, dall’amministrazione della solita Coldiretti, si informa l’Anbi Calabria di quali sono le agenzie contattate e di quali passaggi mettere in atto: «Sono già state avvisate che riceveranno la sua telefonata per la conferma dei pullman e per le indicazioni sulla fatturazione e i relativi pagamenti».

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(Il preventivo per il servizio bus mandato a Coldiretti…)

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(… e la fattura all’Anbi)

Altri due documenti chiariscono, qualora ve ne fosse bisogno, come funziona: i preventivi vengono indirizzati a Coldiretti, le fatture all’Anbi. Che spende 2.950 euro per nove bus che trasporteranno il pubblico nel Centro agroalimentare. Succede la stessa cosa con un’altra agenzia, che scrive all’unione dei Consorzi di bonifica inviando una fattura «per i servizi resi di noleggio bus», così «come concordato con i responsabili di Coldiretti». Il conto, questa volta, è di 1.940 euro. Il totale delle spese sostenute dall’Anbi per la festa giallo-verde di Coldiretti supera i 10mila euro. Una collaborazione attiva. I meriti (e le citazioni) sono state quasi tutte per l’associazione presieduta da Pietro Molinaro. Le fatture, invece, sono finite in buona parte altrove. La prova dello stretto legame finanziario tra le due strutture viene confermata anche da altre comunicazioni. Ce n’è una nella quale il proprietario di un hotel di Amantea si lamenta del ritardo nei pagamenti. Si tratta di circa 4mila euro non corrisposti: l’albergo aspetta il saldo della fattura emessa nei confronti dell’Anbi da circa un anno. Chiede notizie certe e la copia del bonifico, «anche perché ci apprestiamo a organizzare il vostro prossimo evento tra pochi giorni, e francamente non sono in grado di garantire la nostra disponibilità». Nonostante sia l’Anbi a dover pagare, l’imprenditore indirizza la mail all’amministrazione di Coldiretti. E non è l’unico caso. Altre missive digitali arrivano all’associazione di categoria ma con l’oggetto «Fatture Urbi». È come se le due entità coincidessero. E se l’afflato “politico” dovuto alla forte rappresentanza di Coldiretti nell’Anbi è comprensibile, questa condivisione delle fatturazioni lo è un po’ meno. (2. Continua)

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

 

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