In galera la Calabria marcia e corrotta! Che vada in galera e ci rimanga per sempre. Quella Calabria schifosamente marcia che sta portando la nostra terra alla rovina.
Ma non possiamo far finta di non capire, di non sapere, che la corruzione è la nostra condanna a morte. E il rischio è che non si salvi nessuno. Affari loschi, gare truccate, 32 imprenditori in manette tra Reggio e Cosenza. Sequestrate 54 imprese. Quegli appalti sospetti, i rapporti con la ‘ndrangheta, un sistema criminale per controllare gli appalti. Cosa manca ancora per far sollevare l’indignazione di un’opinione pubblica distratta, indifferente, distante?
Cosa deve succedere ancora per spingere la politica, quel che rimane dei partiti, le istituzioni, le associazioni, il mondo dello cultura a reagire, a urlare con rabbia quel ‘basta’ che ormai non si ode quasi più? Ma dove siamo noi, classe politica, noi gruppo dirigente? Dove siamo finiti noi politici, noi che abbiamo dimenticato quelli che dovevano essere i nostri obiettivi primari: la politica come servizio, nella trasparenza, nell’onestà.
Avremmo dovuto guidare noi il processo di pulizia da ogni infiltrazione malavitosa e mafiosa. Avremmo dovuto noi denunciare, isolare, cacciare a calci tutti quelli che puzzavano di corruzione e malaffare. E invece niente: silenzio! Clamoroso silenzio mentre la Calabria viene sbranata da una banda di ladri criminali che si è mangiato, negli ultimi 10 anni, tutto il futuro di questa terra.
Speriamo ora in processi giusti e rapidi. E che vadano tutti in galera quelli che hanno fatto enormi danni alla Calabria e ai calabresi. Non se ne può davvero più di questo sistema criminale, cresciuto nel marciume, che si è sviluppato grazie a tante complicità e connivenze.
C’è una Calabria sana che è stanca. E che ora deve urlare “Basta”!
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