REGGIO CALABRIA «Il quadro dipinto dall’indagine congiunta delle Procure di Catanzaro e Reggio Calabria che ha portato a scoperchiare un ben oliato sistema di accesso agli appalti pubblici da parte della ‘ndrangheta e delle imprese ad essa contigue, segna l’ennesimo evidente manifesto di quanto ci sia da adoperarsi nelle amministrazioni pubbliche affinché si estirpi il male della corruzione dagli uffici e dalla politica». È quanto afferma il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria Arturo Bova per il quale «ferma restando l’autonomia dei giudici che saranno chiamati a pronunciarsi sull’impianto accusatorio e ferme restando le garanzie costituzionalmente sancite per gli indagati, questa inchiesta conferma ancora una volta quale sia il giogo che opprime la nostra regione e le impedisce di svilupparsi in maniera normale».
«La politica e le amministrazioni locali – aggiunge Bova – hanno il dovere di sostenere con forza un percorso di vera trasparenza. Proprio in questa direzione, va il nuovo testo della legge regionale antimafia a cui in questi mesi abbiamo lavorato e che presto sarà discusso in commissione già il 30 gennaio prossimo e presto nelle altre commissioni e in consiglio regionale: i fondi europei e nazionali che sono arrivati in Calabria rappresentano una vera e propria sfida amministrativa che dobbiamo vincere. Questo nuovo testo unico – che mi auguro sarà presto realtà – servirà proprio a fornire uno strumento di lavoro per tutte le amministrazioni calabresi perché con maggiore semplicità e linearità possano arrivare, ad esempio, alla definizione dei bandi per le opere pubbliche e alla loro assegnazione secondo i più altri criteri di trasparenza e legalità».
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