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Guccione: «Sui bandi regionali non c'è trasparenza»

COSENZA «Sono passati molti giorni dalla revoca del bando “Impianti e Macchinari”. E ancora oggi non è stata fatta chiarezza sulle cause dell’atto di revoca del bando da parte della Regione Calabri…

Pubblicato il: 20/01/2017 – 16:07
Guccione: «Sui bandi regionali non c'è trasparenza»

COSENZA «Sono passati molti giorni dalla revoca del bando “Impianti e Macchinari”. E ancora oggi non è stata fatta chiarezza sulle cause dell’atto di revoca del bando da parte della Regione Calabria. Eppure i motivi che ci spingono a chiedere chiarezza appaiono molto gravi sul terreno della trasparenza e della liceità dell’agire amministrativo del governo regionale. Centinaia di imprese hanno partecipato a quel bando e, come tutti i calabresi, devono sapere chi è il responsabile di quel bando, quale è la società che ha realizzato la piattaforma informatica rispetto a quel bando. Sapere queste cose aiuterebbe a fugare ogni dubbio rispetto al fatto che qualcuno abbia potuto favorire questa o quella azienda». È quanto afferma Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito democratico.
«Sono stati – aggiunge Carlo Guccione – messi in discussione, anzi accantonati volutamente, i principi della libera concorrenza e della legalità. Il silenzio assordante della giunta regionale rischia di minare la credibilità delle istituzioni».
«Sono – ha detto il consigliere regionale del Partito democratico – ancora più preoccupato nell’apprendere che il bando sull’energia presenta modalità e criteri che di fatto restringono la possibilità di poter allargare il campo della partecipazione, determinando il ricorso alla Consip. Come si può constatare, sembrerebbe che tale situazione potesse essere stata creata artificiosamente per costringere i partecipanti a tale bando, in modo inevitabile, ad aderire a questa procedura che porta inevitabilmente a Consip. Mi auguro che tutto ciò non finisca come le altre inchieste interne annunciate dal governatore e poi puntualmente insabbiate, pratica molto comune durante la Prima Repubblica».

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