Ultimo aggiornamento alle 15:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

La mattanza dei ventenni. Uno schiaffo scatena la furia omicida – VIDEO

VIBO VALENTIA La lite di giovedì pomeriggio non era certo un episodio isolato, gli screzi tra Rosario Mazza e Alessandro Ciancio probabilmente andavano avanti da tempo. Cosa abbia fatto scattare la…

Pubblicato il: 21/01/2017 – 14:23
La mattanza dei ventenni. Uno schiaffo scatena la furia omicida – VIDEO

VIBO VALENTIA La lite di giovedì pomeriggio non era certo un episodio isolato, gli screzi tra Rosario Mazza e Alessandro Ciancio probabilmente andavano avanti da tempo. Cosa abbia fatto scattare la furia omicida nella mente del secondo, però, tuttora non è dato saperlo con certezza. Lo testimonia la circostanza che alle accuse di omicidio e tentato omicidio non sia stata per ora associata l’aggravante dei futili motivi. Fatto sta che giovedì Ciancio, 22 anni e un lavoro da operaio, dopo gli spintoni e lo schiaffo ricevuto da Mazza davanti a un bar di Acquaro, è andato a prendere una pistola 6,35 ed è tornato indietro. Erano passate da poco le 20 e proprio lì, a pochi passi dalla scuola elementare del piccolo centro dell’entroterra vibonese, si è imbattuto in quelle che di lì a poco sarebbero diventate le sue vittime. I fratelli Mazza, Rosario (21 anni, aiuto cuoco in un ristorante di Laureana) e Simone (18 non ancora compiuti), sono tornati nei pressi del bar a bordo di una Fiat Punto. Sono bastati pochi istanti per capire che Ciancio stavolta sarebbe andato oltre: pistola in pugno, il giovane ha fatto fuoco contro Rosario colpendolo alla schiena mentre cercava di fuggire; poi ha sparato anche contro Simone nonostante, con il fratello già morto a terra, il ragazzo avesse provato a implorare pietà. Un proiettile, fatale, si è conficcato nella schiena di Rosario, altri tre sono finiti tra l’addome e la gamba di Simone, che è tuttora in prognosi riservata all’ospedale Jazzolino e, dopo un intervento chirurgico, non è considerato in pericolo di vita. Dopo aver scaricato un intero caricatore contro i due fratelli, lasciati sanguinanti sul selciato, Ciancio si è allontanato e si è disfatto della pistola, che ancora non è stata ritrovata. Quando i carabinieri, nella notte, si sono presentati a casa sua per interrogarlo e fargli la prova dello stub non l’hanno trovato. A quel punto i militari della stazione di Arena e della compagnia serrese hanno capito di essere sulla pista giusta.
La pressione delle indagini condotte in poche ore dagli uomini del Nucleo investigativo di Serra (guidato dal maresciallo Massimiliano Staglianò) ha quindi fatto uscire allo scoperto il 22enne che, tramite il suo avvocato, nel pomeriggio di venerdì ha fatto sapere di volersi consegnare. Accusato di omicidio volontario e tentato omicidio, Ciancio ha quindi collaborato – ha spiegato in conferenza stampa il procuratore facente funzioni Michele Sirgiovanni – e ha ammesso le proprie responsabilità confessando l’omicidio. I ventenni coinvolti nel delitto sono vicini di casa: entrambi abitano nella frazione Piani e anche tra le due famiglie da tempo non correrebbe buon sangue. Così Ciancio giovedì sera ha pensato di chiudere la controversia nel peggiore dei modi. 
Decisivo, nella ricostruzione dei fatti, l’intuito e il tempismo dei carabinieri – alla conferenza stampa hanno partecipato il capitano della compagnia di Serra Mattia Ivano Losciale, il comandante provinciale Gianfilippo Magro, il comandante del Nucleo investigativo di Vibo Valerio Palmieri e il brigadiere Giuseppe Crisafulli (in servizio alla stazione di Arena diretta dal maresciallo Carmine Napolitano) – ma anche la collaborazione di diversi cittadini di Acquaro. Nella terra in cui domina la cosca Maiolo, e in cui le liti tra ventenni si risolvono a colpi di pistola, non è affatto una notizia da poco.

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it