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Fi tende (di nuovo) la mano alla maggioranza: «Collaboriamo»

REGGIO CALABRIA «Nonostante la situazione complessiva in Calabria risulti gravissima, la politica non può rassegnarsi all’inerzia. Serve necessariamente un colpo di reni perché torni a svolgere un …

Pubblicato il: 22/01/2017 – 10:09
Fi tende (di nuovo) la mano alla maggioranza: «Collaboriamo»

REGGIO CALABRIA «Nonostante la situazione complessiva in Calabria risulti gravissima, la politica non può rassegnarsi all’inerzia. Serve necessariamente un colpo di reni perché torni a svolgere un ruolo di alto profilo istituzionale e di governo per ridare speranza e fiducia ai calabresi». È l’auspicio del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Alessandro Nicolò, che aggiunge: «Da qualsiasi punto la si osservi, la condizione della Calabria, sta generando preoccupazione in tutti gli strati sociali. Incluse le istanze economiche e sociali e la stessa Chiesa, che giustamente richiama l’attenzione su delicate vicende sanitarie e sulla inquietante confusione in cui è stato cacciato il sistema aeroportuale. Dalle incertezze in cui versa la Protezione civile alle prospettive di sviluppo del porto di Gioia Tauro, dall’infrastrutturazione deficitaria che preclude qualsivoglia progettualità, alla sanità che non garantisce il diritto alla salute, tutto – spiega Nicolò – è avvolto in una situazione di grande precarietà. Una condizione che, giunti a metà mandato, ha toccato livelli di degrado inediti per la Calabria, gravemente penalizzata da promesse mai mantenute e dai continui proclami elettorali che alla fine hanno lasciato sul terreno macerie che il centrodestra ha sempre responsabilmente denunciato».
«Si aggiungano – sottolinea il capogruppo di Forza Italia – le rigidità della burocrazia regionale inclusi “errori” allarmanti nell’utilizzo dei fondi comunitari che si consumano sulla pelle di chi, nonostante tutto, in Calabria continua a fare impresa, nonché riconosciute responsabilità omissive della giunta regionale che, agendo unilateralmente, ha finito per svilire e svuotare le funzioni del consiglio regionale, trasformandolo in un “Palazzo” inerte e improduttivo. Sia per le scarse risorse destinate nello scorso esercizio finanziario all’attività legislativa che per i diktat posti dall’esecutivo sui provvedimenti da discutere, com’è accaduto nel corso dell’approvazione della legge di stabilità a fine dicembre».
Argomenta Nicolò: «Abbiamo, più volte, come opposizione, sollecitato un cambio di passo, addirittura proponendo una collaborazione istituzionale leale e trasparente, sempre nel rispetto e nella distinzione dei ruoli e delle diverse responsabilità, perlomeno sulle questioni dello sviluppo della Calabria, soprattutto al fine di essere più forti sui tavoli romani ed europei dove la Calabria purtroppo, non ha più né voce né ascolto. Ma anche per consentire alla Regione di svolgere dignitosamente le proprie prerogative, recuperando la fiducia dei cittadini e contrastando il vento dell’antipolitica favorita soprattutto dal Pd. Finora siamo stati inascoltati. Finora, anzi – sottolinea Nicolò –, da parte del presidente Oliverio, con una strategia che ha ottenuto solo fallimenti, si è persino agito precludendo all’opposizione reale la sua legittima rappresentanza al vertice degli scranni più alti di Palazzo Campanella. Nello specifico, infatti, violando le garanzie della minoranza, non si registra, come da regolamento, la presenza di un vice presidente dell’opposizione. Rilanciamo adesso – incalza Nicolò – nell’interesse della Calabria e di tutti i suoi territori, della politica in sé e del futuro della Regione come ente, dopo aver puntualizzato nella conferenza stampa di dicembre a Reggio che la Calabria rischia l’isolamento geografico, politico ed economico, la nostra disponibilità a un confronto proficuo. Un confronto serio, che, attraverso un’analisi rigorosa dei problemi sul tappeto e l’elaborazione dei provvedimenti necessari, tenti di recuperare il tempo perduto. E a inserire, velocemente, la Calabria sia nei processi di mutamento in atto nel Paese e in Europa da cui può aversi crescita e sviluppo, che nel dibattito politico nazionale che oggi vede la nostra regione del tutto ignorata e assente».

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