CATANZARO La parità di genere? Alla Regione Calabria è un optional. Soprattutto se si tratta di applicarla all’Organismo indipendente di valutazione, struttura con rilevanti funzioni di controllo e che, in particolare, presidia il ciclo di gestione della performance organizzativa dell’ente e propone alla giunta la valutazione dei dirigenti apicali. L’attuale composizione, tre uomini su tre (così come era successo nella legislatura targata Scopelliti), è in contrasto con le norme sulle pari opportunità, ma anche con la legge regionale (3/2012, articolo 11) la quale prescrive che in tale organismo debbano essere rappresentati entrambi i generi.
LA GENESI DEL PASTICCIO In vista della scadenza del vecchio organismo, nello scorso mese di luglio, il competente dipartimento indice due manifestazioni d’interesse, pubblicate sul sito internet e sul Bollettino ufficiale, per il conferimento degli incarichi di componenti dell’Oiv, una per i componenti esterni un’altra riservata agli interni. Negli avvisi si fa espresso riferimento alle norme sulle pari opportunità, ovviamente sul presupposto che chi avrebbe fatto le nomine ne avrebbe tenuto conto. Il dipartimento nomina la commissione esaminatrice, arrivano le domande e con decreto (il numero 176 del 25 novembre scorso) del presidente Mario Oliverio viene nominato il nuovo organismo correttamente composto da due uomini (Angelo Maria Savazzi – presidente – e Pasqualino Saragò) e una donna, la dottoressa Roberta Porcelli, dirigente della Regione Calabria. Sono tutte nomine di alto profilo. Porcelli, poi, è una veterana della burocrazia calabrese. Già vicecapo di Gabinetto del presidente della giunta regionale dall’ottobre 2006 al maggio 2010 (governatore Agazio Loiero), è figlia di Domenico, ex avvocato generale dello Stato presso la Corte di Appello di Catanzaro e già procuratore generale a Genova, e moglie del magistrato Nicola Durante, che sempre nel periodo dell’esecutivo Loiero è stato segretario generale della giunta regionale.
IL CAMBIO IN CORSA A distanza di qualche giorno, esattamente il 5 dicembre, il presidente Oliverio emette un altro decreto, il numero 182, pubblicato sul Burc del 19 dicembre, con il quale modifica e integra il precedente decreto, sostituendo Roberta Porcelli, che cinque giorni dopo la nomina si era dimessa, con l’altro dirigente interno che aveva fatto domanda, Domenico Gaglioti. Risultato? Una composizione dell’organismo tutta al maschile. Potrebbe questa sembrare una scelta obbligata, viste le dimissioni della dirigente, ma a ben vedere alcune perplessità sorgono. Porcelli, valida esponente della burocrazia di stanza alla Cittadella, attualmente ricopre l’incarico di dirigente dell’Audit, incarico apicale con trattamento economico da dirigente generale che le era stato conferito dopo che la stessa aveva partecipato alla manifestazione d’interesse per l’Oiv. La nomina quale componente dell’Organismo indipendente di valutazione è incompatibile con la dirigenza dell’Audit in quanto l’Oiv valuta i dirigenti generali e, dunque, ci sarebbe stata un’inammissibile sovrapposizione tra valutatore e valutato. Ovviamente, Porcelli avrebbe anche potuto rinunciare all’incarico apicale, ma tale ipotesi, anche se possibile, appare poco verosimile considerato la maggiore retribuzione spettante al dirigente dell’Audit. Per cui era prevedibile che l’interessata avrebbe rinunciato all’incarico.
Il dubbio, però, permane: come mai il secondo decreto emanato da Oliverio non motiva in qualche modo la deroga operata? E ciò nonostante l’esistenza di una delibera della Civit, l’organismo nazionale (oggi sostituito dalla Funzione pubblica) che presidia e controlla queste attività, ( delibera n. 12 del 27 febbraio 2013) che espressamente sancisce il rispetto dell’equilibrio di genere, salvo deroghe adeguatamente motivate, di cui, come detto, non c’è traccia nei decreti, pur in presenza di altre candidature femminili pervenute al dipartimento della Regione Calabria.
LE ALTRE ANOMALIE A questo punto, è lecito porre alcune domande. Tutti i componenti nominati hanno i requisiti di legge? Hanno rilasciato le dichiarazioni di assenza di cause di incompatibilità previste dalle norme, compreso il rispetto del principio della esclusività, in considerazione che i componenti possono far parte di un solo organismo, salvo che non si tratti di piccoli enti della stessa area geografica? È stato richiesto alla Funzione pubblica il parere di cui all’articolo 14 del decreto legislativo 150/2009, per consentire la verifica del rispetto di tutte le norme in materia (requisiti, incompatibilità, equilibrio di genere, ecc.)? Difficile saperlo. Già, perché anche questa volta non c’è traccia sul sito regionale degli atti del procedimento di nomina, a parte i decreti pubblicati sul Burc. Come dire: i buoni propositi sono utili per affrontare telecamere e taccuini in qualche convegno pubblico. Vero, presidente Oliverio?
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it