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Caso Asi, Frasca si difende. E accusa la Regione

  COSENZA È stato il giorno dell’esame degli imputati nel processo sulla presunta allegra gestione del Consorzio di sviluppo industriale. A processo ci sono l’ex presidente Diego Tommasi, il d…

Pubblicato il: 24/01/2017 – 17:57
Caso Asi, Frasca si difende. E accusa la Regione

 

COSENZA È stato il giorno dell’esame degli imputati nel processo sulla presunta allegra gestione del Consorzio di sviluppo industriale. A processo ci sono l’ex presidente Diego Tommasi, il direttore generale Stefania Frasca e il responsabile dell’area contabile Carlo Antonio Rango.
I reati contestati, a vario titolo sono truffa, falsità documentale e abuso d’ufficio. Le indagini sono iniziate nel 2013 e i fatti contestati vanno dal 2008 al 2014. Secondo quanto è emerso, tramite false dichiarazioni, la direttrice del Consorzio si sarebbe autoassegnata incrementi dei suoi compensi e sia lei che l’ex presidente si sarebbero fatti liquidare rimborsi sulla base di una semplice autodichiarazione. Martedì il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha ascoltato per diverse ore Stefania Frasca, difesa dagli avvocati Franz Caruso ed Elena Florio. Stefania Frasca ha cercato di dimostrare – mostrando anche alcuni documenti – l’infondatezza delle accuse. Ha parlato per oltre tre ore argomentando su ogni singolo capo d’accusa. Si è soffermata a lungo sulle difficoltà incontrate nella sua attività, sui successi conseguiti e sui problemi affrontati. «A un certo punto – ha detto rispondendo alle domande del pm Domenico Frascino – sembrava che davvero si potesse attuare il rilancio delle aree industriali. Viceversa, abbiamo
dovuto assistere alla distruzione dei dovuto assistere alla distruzione dei frutti del nostro lavoro, culminata con l’approvazione della legge regionale 24/2013. Una legge mal concepita e peggio e scritta». Sul mancato pagamento degli organi del Consorzio, l’architetto Frasca ha sostenuto che «non si trattava di colpire questo o quello, bensì di una partita ben più grande che adesso rischia di arenarsi, visto e considerato il palese conflitto d’interesse instaurato con la nomina a commissario del Corap di un dirigente regionale. Negli anni e in più occasioni coloro, per le funzioni che svolgevano, avrebbero potuto – se del caso – muovere gli opportuni rilievi non lo hanno fatto, preferendo tramare nel buio». A fine udienza, Stefania Frasca ha dichiarato: «Ciò che ci accade è emblematico: se non ti adatti, cercano di distruggerti utilizzando anche pezzi delle istituzioni. Hanno lasciato che taluni personaggi agissero pressoché indisturbati, protetti dalle leggi e dall’apparente candore delle loro condotte, nonostante le mie numerose denunce – pubbliche e private – cadute regolarmente nel vuoto».
Dopo Stefania Frasca è stato ascoltato Diego Tommasi, difeso dall’avvocato Paolo Guadagnuolo che ha ricostruito il periodo in cui è stato presidente del Consorzio. Ha chiarito le vicende che lo vedono coinvolto e ha precisato di aver sempre avuto un rapporto di stima con l’architetto Frasca di cui non ha mai messo in dubbio le capacità professionali nonostante non avesse un carattere facile. È stato poi ascoltato Rango, all’epoca responsabile dell’area contabile che ha riferito su aspetti tecnici del bilancio e della gestione del Consorzio. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 febbraio.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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