REGGIO CALABRIA In consiglio regionale non lo si vede da un bel pezzo. Anche i suoi colleghi di coalizione non sanno bene che fine abbia fatto. In commissione, poi, la sua poltrona è quasi sempre vacante. Nazzareno Salerno, da qualche mese a questa parte, è un “non-consigliere”, un fantasma nella massima assemblea legislativa calabrese. Negli ultimi tempi l’ex assessore regionale non partecipa più con frequenza alle sedute del parlamentino regionale, non dirama comunicati, non prende parte a iniziative di partito. L’ultima sua uscita pubblica, dopo un lungo periodo di assenza, risale al 30 dicembre scorso, in occasione di una conferenza stampa di fine anno convocata dai principali rappresentanti dell’opposizione di centrodestra. Poi Salerno è ritornato nuovamente nell’ombra. Una vera eclissi politica, la sua. Ancor più strana se si pensa che il consigliere di Serra San Bruno, nella scorsa legislatura, vantava uno dei più alti tassi di presenza alle sedute di Consiglio e commissioni. Ora tutto sembra cambiato: Salerno non si trova più, svanito.
Il suo ultimo intervento ufficiale in aula risale al 23 giugno scorso, quando, tramite question time, interrogò il governatore Oliverio circa gli sviluppi dell’avviso pubblico per l’accesso al Credito sociale. Il giorno prima, nella commissione “Affari istituzionali” di cui è vicepresidente, aveva invece offerto il suo contributo circa la proposta di legge per la modifica delle disposizioni per la costituzione di una società per azioni per la gestione dell’aeroporto di Crotone. Per ironia della sorte, quel giorno Salerno stigmatizzò «l’assenza dei consiglieri di maggioranza» dalla seduta. Dal giugno 2016 a oggi, i vari resoconti consiliari non riportano altri interventi istituzionali.
LE IPOTESI Salerno sembra aver abbandonato anche la vita di partito, nella sua provincia e in regione. Un allontanamento che, con ogni probabilità, è anche dovuto alla delusione per la mancata nomina a coordinatore provinciale di Fi a Vibo, incarico affidato da oltre un anno a un altro consigliere regionale (che raramente salta una seduta di Consiglio), Giuseppe Mangialavori, con cui i rapporti non sono idilliaci (pare per volontà dello stesso Salerno). I più maligni sono convinti si tratti di una mossa ben studiata: inabissarsi in attesa di tempi (elettorali e politici) migliori.
Ma in molti continuano a chiedersi quali siano i veri motivi che hanno spinto l’ex assessore a trascurare progressivamente i suoi doveri istituzionali. Le risposte convergono tutte su sopraggiunte esigenze di lavoro (un altro lavoro) che avrebbero costretto Salerno a trasferirsi per qualche tempo tra Centro e Nord Italia. Sembra, infatti, che la sua impresa di costruzioni abbia vinto un grande appalto tra Roma e Verona, e che lui abbia dunque ritenuto opportuno seguire da vicino la vita dei cantieri. Si tratta di indiscrezioni, ma qualora fossero confermate rappresenterebbero certo un’anomalia per un consigliere regionale che guadagna circa 8 mila euro al mese in virtù del suo incarico istituzionale e che sarebbe tenuto a dare risposte politiche al suo territorio di riferimento (che lo ha premiato con più di 9 mila preferenze alle elezioni del 2014) e all’intera Calabria.
«Continua a fare politica attiva e presto tornerà a impegnarsi concretamente in Consiglio, a partire dalla seduta di venerdì prossimo», assicura un esponente del gruppo forzista a Palazzo Campanella.
IL GIUDIZIO DEL TAR Per Salerno, in effetti, quella di venerdì potrebbe anche essere l’ultima apparizione in qualità di membro dell’assemblea calabrese. Per oggi è infatti prevista la sentenza del Tar che deciderà quale consigliere regionale dovrà lasciare il posto a Wanda Ferro. Tra gli eletti a rischio c’è anche il fantasma vibonese.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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