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CLAN E COCAINA | I calabresi pronti a uccidere l’emissario colombiano

CATANZARO Non si fermavano davanti a niente. Pur consapevoli di essere oggetto di “attenzioni” da parte degli investigatori, i broker italiani e i narcos colombiani continuavano ad essere «pienamen…

Pubblicato il: 24/01/2017 – 17:17
CLAN E COCAINA | I calabresi pronti a uccidere l’emissario colombiano

CATANZARO Non si fermavano davanti a niente. Pur consapevoli di essere oggetto di “attenzioni” da parte degli investigatori, i broker italiani e i narcos colombiani continuavano ad essere «pienamente attivi». Questa è una delle ragioni per cui la Distrettuale di Catanzaro ha ritenuto estremamente urgenti i provvedimenti restrittivi nei confronti degli indagati, accusati di far parte di una grossa organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Non c’è solo il pericolo di fuga ad avere richiesto le esigenze cautelari. Due informazioni particolarmente gravi hanno fatto scattare il fermo dell’operazione “Stammer”. «Il fatto che, come evidenziato dalla polizia giudiziaria operante, è imminente l’arrivo di un ingente carico di sostanza stupefacente, oltre alla continua e quotidiana perpetrazione, da parte degli indagati, di delitti in materia di narcotraffico», scrivono dalla Distrettuale di Catanzaro. E, cosa ancora più grave, da alcune intercettazioni era emerso che «l’associazione, qualora dovesse emergere qualche intoppo nell’imminente importazione di sostanza stupefacente, procederà con l’eliminazione fisica dell’emissario colombiano». L’intervento immediato era, dunque, necessario per «scongiurare tale eventualità». Le trattative per l’acquisto della cocaina potevano protrarsi fino a surriscaldare gli animi. Questo richiedeva, spesso, trasferte in Sudamerica da parte dei calabresi, e viceversa. Da una recentissima intercettazione effettuata dai militari della Guardia di finanza nell’abitazione di Oksana Verman, amante di Salvatore Pititto – elemento di spicco della cosca Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto – emerge come quest’ultimo, seccato dal protrarsi della trattativa, «riferiva alla donna che, se non avessero definito la stessa entro un periodo di tempo estremamente breve, avrebbe proceduto all’eliminazione fisica» dell’emissario colombiano.
«A tal proposito, apparivano alquanto emblematiche le affermazioni del Pititto ad Oksana, alla quale, dopo aver rappresentato la propria intenzione di ospitare il colombiano presso il proprio “pagliaro” (termine solitamente adoperato per identificare possedimenti agrari di proprietà), riferiva «mi tolgo la pistola … appena parla quella sera stessa lo sparo … “».

ale. tru.

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