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Esposito: «No a corso di laurea sanitario all'Unical»

CATANZARO «Il tentativo di istituire il corso di laurea in professioni sanitarie presso l’Università della Calabria ci sembra forzato e contrario al rispetto della normativa vigente». Ad affer…

Pubblicato il: 25/01/2017 – 16:05
Esposito: «No a corso di laurea sanitario all'Unical»

CATANZARO «Il tentativo di istituire il corso di laurea in professioni sanitarie presso l’Università della Calabria ci sembra forzato e contrario al rispetto della normativa vigente». Ad affermarlo è il consigliere regionale Baldo Esposito. «Partendo dal presupposto che le tre università calabresi dovrebbero fra loro creare sinergia e collaborazione, anziché alimentare antagonismi o improbabili e dispendiose ambizioni – ha aggiunto -, da sempre sosteniamo l’esigenza di una rete universitaria calabrese, animata da un forte spirito di coesione, che agisca su criteri di complementarietà, di specializzazione e valorizzazione di specificità, anche e soprattutto al fine di aumentare il suo appeal nei confronti delle altre regioni italiane. Nelle enunciazioni fra i tre atenei tutto ciò viene sovente auspicato ma di fatto poco rispettato».
«Vista la determinazione delle classi delle lauree delle professioni sanitarie – chiarisce il consigliere regionale -, istituita tramite decreto interministeriale 19 febbraio 2009, secondo cui “i corsi di laurea afferenti alle classi di cui al presente decreto sono istituiti e attivati dalle facoltà di Medicina e Chirurgia” (art. 2), appare improbabile che l’Università della Calabria, non annoverando all’interno della sua offerta formativa la suddetta facoltà, possa realmente raggiungere tale obiettivo. Sappiamo bene che il processo per l’attivazione del corso di laurea, in realtà, sarà ancora lungo: dal Senato accademico dell’Unical la parola passerà al Coruc (Comitato dei rettori delle Università calabresi), poi al Cun (Consiglio universitario nazionale), per approdare, solo dopo, presso i lidi ministeriali, nutriamo di conseguenza vive speranze che le regole vengano rispettate».
«Per i suddetti motivi – conclude – pur rispettando la piena autonomia decisionale in capo agli atenei, ho ritenuto di porre l’accento sul tema all’interno dei lavori della Terza commissione regionale “Sanità, Attività sociali, culturali e formative”, nel tentativo di offrire un contributo concreto per un reale e sinergico confronto tra atenei, che possa mirare alla reale crescita di un sistema universitario calabrese unitario, senza il proliferarsi di situazioni di contrasto».

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