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Il lungo elenco dei medici imboscati negli uffici

CATANZARO «La chiamano l’Italia degli imboscati e, invece, è l’Italia delle ingiustizie e delle speculazioni. Pochi riescono a fare il lavoro per cui hanno studiato e molti, moltissimi, cercano esc…

Pubblicato il: 25/01/2017 – 13:05
Il lungo elenco dei medici imboscati negli uffici

CATANZARO «La chiamano l’Italia degli imboscati e, invece, è l’Italia delle ingiustizie e delle speculazioni. Pochi riescono a fare il lavoro per cui hanno studiato e molti, moltissimi, cercano escamotage per fare lavori meno pesanti e rubare i posti a chi li merita». Lo scrive, in una nota, il Fedir, sindacato autonomo dei dirigenti e direttivi di Regioni e enti locali e dei tecnici e amministrativi del Servizio sanitario nazionale, guidato da Antonio Travia, che dopo le inchieste televisive degli ultimi giorni, è stato in Calabria. A parere di Fedir la situazione è drammatica: «il personale tecnico e amministrativo (soprattutto dirigenziale) non viene sostituito da anni, mentre le sue funzioni, a dimostrazione che comunque sono necessarie, sono devolute a personale sanitario che, assunto per fare tutt’altro, abbandona invece i reparti per svolgere illegittimamente funzioni gestionali in realtà amministrative».

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(Antonio Travia)

«Grave è di fatto il danno – aggiunge – , non solo per la dirigenza tecnico/amministrativa e la qualità dei servizi tecnico amministrativi, sempre più indeboliti dal continuo depauperamento di professionalità adeguate, ma per tutto il sistema che si priva di troppi sanitari che trovano in questo modo un facile strumento per “appendere il camice al chiodo”, senza peraltro avere titolo e adeguata professionalità per sostituire il personale tecnico amministrativo. Da anni il sindacato chiede una inversione di tendenza». Per Travia, «nella sanità a livello del comparto abbiamo tantissimi infermieri che fanno gli impiegati sguarnendo i reparti; a livello dirigenziale abbiamo medici e sanitari che firmano delibere e lettere amministrative anziché cartelle cliniche». «Così i medici – denuncia – si occupano di organizzare corsi di formazione, di controllo di gestione, di firmare atti di liquidazione (anche della attività libero professionale della loro categoria), di predisporre gli atti autorizzativi di accreditamento delle strutture private convenzionate (anziché limitarsi ad effettuare gli accertamenti dei requisiti sanitari delle stesse), di stare ad un computer per rilevare flussi informativi, di fare relazioni sindacali, di dirigere i Cup, di fare Urp e comunicazione pur essendo stati assunti per fare i medici. Ma non è tutto: i medici e sanitari che fanno gli amministrativi continuano a percepire due indennità (indennità specificità medica e indennità rapporto esclusivo – circa 27.000 euro all’anno) che sono previste in quanto assunti per funzioni di assistenza, cura e diagnosi e a cui non avrebbero diritto svolgendo funzioni amministrative».
Secondo il Fedir, «in Calabria mancano totalmente in amministrazione trasparente gli obbligatori dati su curriculum, stipendi ed articolazione degli uffici (e quindi i relativi incarichi dirigenziali)».
Anomalie che sarebbero state individuate dal sindacato nei siti di Asp Reggio Calabria e Ao Mater Domini. Ma anche nell’Azienda ospedaliere di Cosenza, dove, scrivono il «responsabile dell’edilizia impiantistica, in realtà Pediatra e specializzata in Igiene ed organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri». E ancora al Pugliese Ciaccio, «il responsabile della qualità di accreditamento, in realtà Oncologa, Ematologa, Specializzata in igiene e medicina preventiva» come anche «il responsabile programmazione e controllo, assunto però come Cardiologo» e «la responsabile del servizio ispettivo, assunta come ematologa». L’elenco stilato dal sindacato prosegue con «il responsabile dell’Ufficio Libera Professione, assunto come pneumologo Asp Cosenza», «il responsabile anticorruzione e programmazione e controllo, è Specialista in Programmazione ed organizzazione dei servizi sanitari di base», «il responsabile ospedalità privata accreditata, è uno psichiatra» e «la responsabile dell’Urp è una psicologa». Al Asp di Catanzaro «il responsabile della Formazione è invece un oncologo» e «il responsabile del controllo interno è psicoterapeuta».
«Al Bianchi Melacrino di Reggio – aggiungono – il settore Comunicazione e qualità è gestito da un dirigente medico ed anche il Controllo gestione».
«Questi dati – sottolinea il Fedir – sono presenti sui siti ma potrebbero esserci anche altri imboscati. E ormai il progetto di smantellamento delle strutture amministrative e dei dirigenti amministrativi è in atto ovunque». «In questi giorni – conclude – ad infuocare gli animi è il progetto della Regione Veneto “Oltre il cup..”. Le Asl sono cariche di richieste di esami diagnostici? Non c’è problema. Scarichiamoli sui medici, costretti così ad eseguire atti burocratici e limitando il lavoro per cui sono stati assunti».

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