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La fallimentare trasferta romana di Mario (e Nicola)

Ricordate Armando Diaz? Chiudeva il suo “Bollettino della vittoria” così: «I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che ave…

Pubblicato il: 26/01/2017 – 20:46
La fallimentare trasferta romana di Mario (e Nicola)

Ricordate Armando Diaz? Chiudeva il suo “Bollettino della vittoria” così: «I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza».
In effetti non è andata proprio bene la trasferta romana del governatore Gerardo Mario Oliverio e di Nicola Adamo, anche se a quest’ultimo va riconosciuto il merito di essere rimasto l’unico a sfidare le intemperie politiche restando al suo fianco. Ultimamente, tuttavia, neanche il buon Nicola riesce a contenerne il dilagato egocentrismo ma almeno ci prova, laddove altri hanno ormai deposto armi e speranze.
Doveva servire, la trasferta, a raccogliere elementi che rafforzassero la posizione del presidente in vista del report annunciato per lunedì. Dimostrare che i risultati ci sono e se non si notano è solo perché serve del tempo. Certificare che il rapporto con la segreteria nazionale del Pd resta ottimo e che il governo non arretra rispetto alla promessa di dargli anche lo scettro di reuccio della sanità calabrese. Assumere dati che aiutassero i calabresi a comprendere che questo sarà l’anno della ripartenza. E invece incassa una scomunica dell’ala bersaniana (che diffida i ministri dal lasciarsi tentare a nominarlo commissario per la sanità in Calabria), il gelo dei renziani, la fronda di parlamentari e consiglieri regionali che organizzano incontri con Emiliano o, peggio, trattano l’accordo per aprire la succursale calabrese del movimento al quale lavora Giuliano Pisapia.
Non bastasse, dal Mise e dalla Cabina di regia di Palazzo Chigi arrivano brutti segnali con riferimento all’impiego dei fondi comunitari: operazioni a rilento, trasparenza balbettante e soprattutto preoccupazione non già per l’impegno di spesa, ché sul punto tutte le amministrazioni hanno mantenuto gli impegni, bensì sulla regolarità della stessa e quindi la possibilità di rendicontarla e certificarla in maniera da superare il vaglio della Commissione europea.
Trasferta fallimentare anche sul piano degli incontri istituzionali: tra una segreteria nazionale disdettata via sms e un andirivieni di ministri indaffarati che ti congedano con uno «scusami Mario… ci sentiamo dopo…». Insomma, quattro chiacchiere scambiate a Montecitorio con Gigi Meduri e Agazio Loiero sono un po’ poco per giustificare la trasferta… anche se l’incontro (un sorta di amarcord tra ex) avviene in uno dei salotti di quella che viene indicata dalla toponomastica della Camera come “la galleria dei Presidenti”.
Non resta che riprendere il trolley e fare rientro in Calabria, almeno si va ad inaugurare una sciovia: quella di Gambarie, ché quella di Lorica è stata sequestrata dalla Direzione distrettuale antimafia.

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