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Maltempo a Catanzaro, ecco la prima conta dei danni

CATANZARO Le forti piogge dei giorni scorsi hanno riportato a galla, in tutte le sue sfaccettature complesse, il rischio del dissesto idrogeologico che attanaglia la Calabria. A Catanzaro e provinc…

Pubblicato il: 26/01/2017 – 12:21
Maltempo a Catanzaro, ecco la prima conta dei danni

CATANZARO Le forti piogge dei giorni scorsi hanno riportato a galla, in tutte le sue sfaccettature complesse, il rischio del dissesto idrogeologico che attanaglia la Calabria. A Catanzaro e provincia, le situazioni più gravi riguardano l’acquedotto e la Strada provinciale 25, il liceo scientifico di Girifalco e soprattutto l’intero paese di Gimigliano. Tutti problemi esposti da Enzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di giovedì nel Palazzo di Vetro.
Bruno, nel sottolineare come dopo le forti piogge di lunedì ci fossero molti comuni isolati, ha tenuto a specificare anche che «in una notte abbiamo risolto i problemi legati all’isolamento nonostante la Provincia non possa contare più sui 300 cantonieri di una volta ma solo su 15 dei 40 attualmente in organico, perché li altri hanno prescrizioni mediche. Il fatto è che le Province sono l’anello più debole, ma hanno assicurato l’incolumità dei cittadini: vogliamo essere messi in condizioni di fare il nostro dovere».
Ma ci vorranno più delle parole per ripristinare le strutture danneggiate dal maltempo. L’ormai famosa Sp25 è frutto di contenzioso politico tra Pd e Forza Italia, con quest’ultima che da tempo sottolinea come i fondi per la messa in sicurezza della strada che collega Catanzaro a diversi paesi della Presila siano svaniti. La risposta di Bruno e Oliverio è invece contenuta nella delibera della giunta regionale con cui quei fondi, spostati dai piani del Cipe ai Pac, saranno messi a disposizione dell’Ente intermedio nel prossimo aprile.
Si tratta di 10 milioni di euro che la Provincia utilizzerà non solo per ripristinare l’infrastruttura viaria, ma anche il sottostante acquedotto, quello che da anni ormai provoca disservizi a Catanzaro: «Il progetto definitivo è stato già approvato – ha spiegato Bruno – bisognerà attendere l’arrivo dei soldi per poi dare il via ai bandi per l’esecuzione dei lavori».
Intanto, con la strada franata, il collegamento è interrotto, ma Bruno ha assicurato: «Metteremo subito 350mila euro per eseguire i lavori urgenti che permetteranno la riapertura della strada in 15 giorni e non in tre mesi com’era avvenuto in passato».
Il “passato” richiamato dal presidente della Provincia è una situazione analoga a quella odierna avvenuta nel 2013, proprio allora si decisero i finanziamenti Cipe per la Sp25, salvo poi arrivare a gennaio 2017 con i fondi ancora da far pervenire alla Provincia perché rallentati tra blocchi e rimodulazioni, nelle stanze regionali che nel frattempo hanno cambiato inquilini.
Quanto al liceo scientifico di Girifalco, la strada interamente franata ai piedi della struttura, ha portato con sé anche parte della collina e quindi anche l’edificio ne ha risentito. Toccherà al sindaco decidere modi e tempi per lo spostamento delle lezioni in altra sede, mentre per la riparazione dei danni non ci sono notizie certe.
Ben più grave la situazione in cui si trova Gimigliano dove il grido d’allarme del sindaco Massimo Chiarella è chiaro: «Si sommano alluvioni su alluvioni e più volte ho evidenziato la situazione anche al governatore. La situazione è gravissima, non posso farvi fronte da solo: ci sono circa 80 frane sotto al paese e le tre strade di accesso sono compromesse, non possono arrivare i mezzi pesanti».
I primi problemi legati all’approvigionamento di carburante e beni di prima necessità, infatti, stanno già emergendo e il rischio che il paese scivoli lentamente a valle non è così remoto.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche Carlo Tansi, numero uno della Protezione Civile che ha puntato il dito contro la manca programmazione degli interventi di prevenzione: «La Protezione Civile – ha detto – è come il Pronto Soccorso quando il malato arriva con un infarto. Mentre sono i dipartimenti dei Lavori Pubblici a dover fare sì che l’infarto non arrivi. Inoltre, e su questo spero di incontrare presto Gratteri per discuterne con lui, ci sono parecchie situazioni in cui c’è lo zampino dell’uomo. Come Girifalco ad esempio, o come alcuni interventi che si stanno eseguendo nell’area nei pressi di Germaneto e che non si potrebbero effettuare perché quella zona è R4, cioè in caso di terremoti c’è il rischio di provocare vittime».

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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