Tutti cercano l’opposizione in consiglio regionale; opposizione che in pochi proviamo a fare, con grande senso di responsabilità, sia al governatore sia alla sua ampia e innaturale maggioranza consiliare.
Mi chiedo dove sia finito lo sprone, che pure abbiamo sentito per lungo tempo, dei sindacati, di Confindustria, dei tanti sindaci, rispetto a una giunta che ormai in due anni di piena attività sta tenendo in ostaggio la Calabria con le scelte sbagliate o le non scelte frutto dell’eterno conflitto interno tra le correnti del Pd.
Basta ad un consiglio regionale e alle sue commissioni che in due anni (spesso) hanno registrato le assenze strategiche, frutto delle lotte intestine al Pd, per non parlare dei componenti di maggioranza e della loro operatività: a partire, infatti, dal numero legale abbiamo dovuto garantire con la nostra responsabile presenza i tanti provvedimenti che interessavano i calabresi e non il Pd.
Basta per tutte le risposte non date: mi riferisco alle figuracce dei depliant di promozione turistica sbagliati per i quali, il governatore, aveva garantito il solito annuncio di una sua ispezione interna; basta per i bandi annunciati e mai resi operativi; basta per i bandi (da annullare) con i “click fortunati”; basta per le politiche sulla Forestazione non pervenute; per le Comunità montane che dovevano completare il percorso di chiusura e, che, invece, pare siano tornate vive e vegete con l’elargizione di consulenze, quasi, come, se questi enti fossero in piena attività; basta al Turismo senza guida con le piste da sci chiuse in piena stagione invernale; basta ad una sanità ostaggio di una lotta tra nominati della stessa parte politica a partire dai non criteri con cui sono distribuite le risorse agli operatori privati, ed ancora, Garanzia giovani che da due anni attende lo sblocco delle risorse per tanti giovani e imprese; lo stesso dicasi per la dote occupazionale.
Basta per quella nuova programmazione che doveva partire e incidere sullo sviluppo; programmazione di cui nessuno ha tratto giovamento a partire dalle imprese e finendo ai Comuni. Un progetto che per i motivi detti, perfino i consiglieri regionali di maggioranza, ne disconoscono “la prospettiva” economica e sociale.
Neanche i regimi fanno più i consuntivi del lavoro fatto del quale non si ha percezione tra la gente e nemmeno tra gli addetti ai lavori e di cui non hanno percezione finanche gli appartenenti della maggioranza Oliverio o i tanti sindaci che l’hanno sostenuto.
Se riesce, presidente Oliverio, completi quello che resta di questa legislatura provando a fare almeno un minimo a partire dalla Sanità dove ogni giorno registriamo scontri tra i nominati del Pd anziché un lavoro scrupoloso (che non c’è) e magari silenzioso.
Se riesce, presidente Oliverio, abbandoni i viaggi della speranza a Roma per nomine che non arriveranno mai e resti in Calabria a guidare i dipartimenti e le tante deleghe che ha mantenuto e la cui guida è stata oramai demandata solo alla burocrazia su cui è facile poi scaricare le responsabilità per ritardi o errori.
*Consigliere regionale gruppo Misto
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