VIBO VALENTIA Nella serata di venerdì, 27 gennaio, intorno alle ore 20, personale della squadra mobile interveniva in viale della Pace a Vibo nel bar panetteria “Boulangerie”, dove pochi secondi prima due giovani travisati, entrambi armati di pistola, avevano perpetrato una rapina e si erano appena dati alla fuga.
Immediatamente avvistati mentre fuggivano a piedi, i due venivano inseguiti fino all’ingresso di un palazzo distante poche centinaia di metri dal negozio rapinato; quindi, giunto nel frattempo altro personale della Squadra Mobile e della Squadra Volante, si faceva irruzione all’interno dell’appartamento di Sarig Liviu Daniel, nato a Bacau (Romania) classe 1998, riconosciuto durante le fasi dell’inseguimento, noto per essere pregiudicato per reati dello stesso genere ed in atto agli arresti domiciliari per altra causa. Assieme a Sarig si trovava anche Francesco Antonio Pio Carnovale, nato a Vibo Valentia classe 1994, lì residente, anch’egli pregiudicato.
La perquisizione immediatamente condotta all’interno dell’abitazione permetteva di rinvenire due pistole in tutto identiche a quelle utilizzate poco prima dai due rapinatori, un revolver cal. 38 cromato carico e la replica di una pistola semiautomatica cal. 9×21 con la canna otturata ma priva di tappo rosso nonché svariate munizioni cal. 38, oltre che alcuni capi d’abbigliamento assolutamente identici a quelli indossati dai due rapinatori. Il tutto è stato facilmente riscontrabile grazie al confronto operato con le immagini videoregistrate dal sistema di telecamere a circuito chiuso di cui è dotato l’esercizio commerciale.
Veniva inoltre recuperato il sacchetto all’interno del quale la banconista, minacciata con le armi, aveva riposto il denaro della cassa, ma all’interno venivano rinvenute solo le monete e non anche le banconote, per un totale di circa 300 euro. Sarig e Carnovale venivano tratti in arresto in flagranza per i reati di rapina aggravata in concorso e violazione della normativa sul controllo delle armi, nonché, il solo Sarig, per evasione; quindi, dopo gli adempimenti di rito, gli stessi venivano associati presso la locale casa circondariale, per ivi rimanere ristretti a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
x
x