COSENZA Il gup di Catanzaro ha condannato, con rito abbreviato il pentito Silvio Gioia a due anni e otto mesi di reclusione. Il collaboratore di giustizia era finito nell’operazione “Apocalisse”, che il 12 novembre del 2015 ha consentito alla Dda di sgominare un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti guidata dal clan Perna. Vennero emessi 19 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta operante a Cosenza e nell’hinterland e dedita principalmente al traffico di cocaina, hashish e marijuana. Tra gli arrestati c’era anche Marco Perna, 41enne cosentino, figlio di Franco Perna, capo dell’omonimo “gruppo criminale” attivo a Cosenza, attualmente ristretto in regime di 41 bis.
Il gruppo è ritenuto responsabile di aver dato vita a un traffico di stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire le piazze cosentine e della provincia. Secondo le indagini, il sodalizio imponeva il potere sul territorio e gli uomini del clan disponevano di armi e si avvalevano di modalità tipicamente mafiose. Tutte le altre persone, coinvolte nell’inchiesta, sono state rinviate a giudizio lo scorso novembre e per loro il processo inizierà a Cosenza il prossimo 2 febbraio davanti al Tribunale collegiale.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
x
x