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Meningite, muore un 50enne a Vibo

VIBO VALENTIA Meningite da meningococco. Questa la causa della morte per un imprenditore 50 enne di Lamezia Terme. L’uomo è morto all’ospedale di Vibo Valentia, venerdì scorso, dopo 15 giorni dal p…

Pubblicato il: 30/01/2017 – 13:14
Meningite, muore un 50enne a Vibo

VIBO VALENTIA Meningite da meningococco. Questa la causa della morte per un imprenditore 50 enne di Lamezia Terme. L’uomo è morto all’ospedale di Vibo Valentia, venerdì scorso, dopo 15 giorni dal primo malore che lo aveva colpito. Inizialmente, viste le condizioni del paziente, era stato ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lamezia Terme per una sospetta meningo-encefalite.
La puntura lombare aveva subito messo in evidenza la presenza del cosiddetto “liquor torbido”, segno di una infezione in corso. Secondo quanto riportano le informazioni in possesso dell’Asp di Catanzaro, il paziente è stato immediatamente trattato con terapia da meningococco, in attesa delle analisi di laboratorio inviate al Pugliese Ciaccio di Catanzaro.
Ripresosi parzialmente, dopo le cure effettuate in Rianimazione, si è posto il problema di un ricovero in un reparto di Malattie infettive. Impossibile effettuare il ricovero a Lamezia Terme visto che la struttura, dati gli ultimi decreti commissariali, è stata declassata da complessa a semplice con pochi posti letto aggregati al reparto di Medicina. Lamezia, quindi, non è dotata di una struttura complessa di isolamento, che un caso come quello del 50enne richiedeva.
«Il paziente ha ricevuto tutte le cure previste, è stato visitato da neurologi e virologi – afferma il direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri –, tanto da essere messo in condizione di lasciare il reparto di Rianimazione. Inoltre è stata immediatamente fatta segnalazione all’ufficio di Igiene pubblica e sono stati sottoposti a profilassi tutti i contatti del paziente e il personale che lo ha assistito». Unico ricovero possibile per curare la grave infezione dell’imprenditore lametino è stato al reparto di Malattie infettive di Vibo Valentia, dove l’uomo, purtroppo, è deceduto.

UN OSPEDALE DECLASSATO «Non sappiamo se il caso di meningite che ha colpito un nostro molto ben voluto concittadino avrebbe avuto comunque l’esito letale che ha avuto, ma una cosa è sicura: la recente concomitante chiusura dei gloriosi reparti di Malattie infettive e di Microbiologia e Virologia del nostro ospedale ha fatto sì che la diagnosi di meningite da meningococco sia intervenuta con un colpevolissimo ritardo di circa due settimane e solo a ridosso della sua morte», scrive in una nota il comitato “Salviamo la sanità del Lametino” che si batte contro il declassamento del nosocomio della Piana. Qui il reparto di Malattie infettive è stato declassato e Virologia e Microbiologia non sono più struttura anche se continuano a operarvi un medico, due biologi e i tecnici. A Catanzaro, invece, i primariati di Microbiologia e Virologia sono due, uno al Pugliese e uno al Mater Domini (che pure non ha posti letto e manca di un Pronto soccorso).

A CATANZARO SENZA REAGENTI «I medici del nostro ospedale – prosegue la nota del comitato – hanno sospettato sin dall’inizio che egli potesse essere affetto da una malattia infettiva ed hanno prontamente chiesto un consulto specialistico. Estratto il liquor, il suo aspetto torbido ha aggravato i sospetti, per cui lo specialista di malattie infettive che è ancora rimasto nel nostro ospedale ha immediatamente prescritto una terapia antibiotica generica (ad ampio spettro) e un’analisi urgente del liquor per individuare la natura della patologia infettiva. Se Scura non avesse soppresso nel nostro ospedale il reparto di Microbiologia e Virologia, il risultato delle analisi sarebbe giunto in un’ora o anche meno. Invece, essendo un sabato, si è dovuto richiedere l’analisi al reparto di Microbiologia e Virologia di Catanzaro, al quale Scura ha previsto che il nostro ospedale debba far capo. Solo che nel reparto cosiddetto Hub di Catanzaro pare mancassero i reagenti necessari ad eseguire l’analisi immediata del liquor (che nel Laboratorio di Lamezia invece c’erano). E così, si è dovuto ricorrere all’esame colturale, che è più lungo e che ha dato la risposta dopo una decina di giorni, quando era ormai troppo tardi».

IL TRASFERIMENTO A VIBO
«Nel frattempo il nostro sventurato concittadino ha dovuto essere dimesso dal reparto di rianimazione del nostro ospedale, perché ormai rianimato. E, mancando ormai nel nostro ospedale il reparto di Malattie infettive, lo si è dovuto trasferire altrove, nonostante le sue gravi condizioni ne avrebbero sconsigliato il trasferimento. E’ così partita la caccia ad un reparto che lo ospitasse. Da Catanzaro, come pare sia sempre successo in questi ultimi vent’anni, hanno risposto che non avevano posti liberi. Alla fine è riuscito a trovar posto solo presso il reparto di Malattie Infettive di Vibo Valentia, che strutturalmente è da tutti purtroppo descritto come fatiscente. Scura e il Direttore dell’Asp di Catanzaro (che è ligio ai dettami di Scura solo quando si tratta del nostro ospedale e non quando si tratta di quello di Soverato) lo hanno, quindi, costretto a trascorrere le ultime due settimane della sua esistenza non solo senza quelle cure specifiche che forse avrebbero potuto salvargli la vita, ma perfino lontano dai suoi familiari e in un posto per lui così poco gradevole che pare desiderasse fuggirne», racconta il comitato presieduto da Nicolino Panedigrano.

PERCHÈ DECLASSARE LAMEZIA TERME? A quali dettami risponde dover chiudere reparti a Lamezia Terme? È questa la domanda che chiude la nota del comitato. «Per noi questo è davvero troppo. Ci sembra tempo di reagire con forza e con ogni mezzo legale contro chi pensa, programma ed esegue i tagli nella sanità badando agli interessi dei poteri forti o di chi lo ha nominato e non alla salute ed alla vita dei calabresi. La decisione di mantenere ben due reparti di Malattie Infettive e due reparti di Microbiologia e Virologia a Catanzaro, chiudendo i corrispondenti reparti di Lamezia, non risponde infatti a nessun criterio scientifico, epidemiologico o di bacino d’utenza. E allora chi si è assunto queste gravi responsabilità è giusto che questa volta, se ha sbagliato, paghi. Oltre ad informarne chi ha il dovere di intervenire, siamo disponibili ad offrire alla famiglia del nostro sventurato concittadino, se la vorrà, assistenza legale e medico-legale gratuita per tentare di fare in modo che tristi vicende come queste non abbiano più a ripetersi con nessun’altro paziente».

NESSUN ALLARME «Al momento non c’è alcun allarme. Il numero di casi di infezione da meningococco registrati nella provincia di Catanzaro, ed in generale in tutta la Calabria, rientra assolutamente nella media annuale nazionale», ha assicurato il dg Perri, il quale ha aggiunto che «il centro vaccini dell’Asp di Catanzaro effettua, ormai da diversi giorni, due sedute straordinarie di pomeriggio, il martedì e il giovedì».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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