COSENZA «Ricordo al senatore Nicola Morra che il Comune di Cosenza è l’unico ente locale che in Calabria abbia fatto ricorso agli uffici della Prefettura chiedendo supporto per i bandi di gara con finanziamenti più consistenti, a partire proprio dall’opera di piazza Bilotti. E che i componenti della Commissione aggiudicatrice per quell’opera furono indicati appunto dalla stessa Prefettura».
Il sindaco Mario Occhiuto replica all’esponente del Movimento 5 Stelle che, insieme a Gustavo Coscarelli, ex competitor di Occhiuto alla carica di primo cittadino, ha tenuto una conferenza stampa per intervenire sulla recente operazione giudiziaria che ha coinvolto diverse ditte di imprenditori in tutta la Calabria.
«Alle sollecitazioni del senatore Morra rispondo con tutta la fermezza di chi ha sempre agito nell’interesse del bene della collettività – precisa Occhiuto –. E anche nel caso di piazza Bilotti, ho già dichiarato più volte che il Comune di Cosenza ha agito con la massima trasparenza. Inizialmente, la gara venne annullata la prima volta per carenza documentale. Inoltre, per facilitare e sollecitare la più ampia partecipazione possibile, si procedette con una inserzione a pagamento del bando andando così oltre gli obblighi di Legge e coinvolgendo riviste di settore. Che abbia partecipato una sola impresa, poi, come accaduto del resto anche a Lorica o per la Metropolitana leggera di superficie appaltata dalla Regione Calabria (il cui importo è dieci volte superiore a quello di piazza Bilotti), con stazioni appaltanti diverse dalla nostra, questo non attiene alle responsabilità di una pubblica amministrazione. Il senatore Morra – prosegue il sindaco – dimentica, tra le altre cose, che piazza Bilotti è stata completata in meno di 42 mesi, a fronte di una media nazionale sui lavori pubblici che supera i 120 mesi, a conferma della vigilanza che, da parte nostra, non è mai venuta a mancare. Superfluo è inoltre ribadire che l’impresa aggiudicataria aveva presentato la certificazione antimafia. E non appare privo di malafede, mi duole dirlo, il fatto di censurare una lunga inchiesta della magistratura sulle procedure di aggiudicazione, dal momento che quell’inchiesta si è conclusa, com’era logico, con la definizione di assoluta regolarità del nostro comportamento. A tal riguardo, ricordo al senatore Morra che il sottoscritto ha vissuto quattro anni sotto scorta per avere interrotto il modus operandi delle precedenti amministrazioni che affidavano lavori per 7 milioni di euro annui (per circa vent’anni, e quindi con importi molto più elevati) alle Cooperative sociali, frazionandoli, senza chiedere mai, dunque, attraverso questo escamotage, la certificazione antimafia. Cosa che invece io ho attuato, pagando di fatto il prezzo di minacce e vessazioni, ma restituendo una piena espressione di legalità alla città e agli stessi lavoratori che oggi vivono condizioni contrattuali assolutamente aderenti alle regole. Da amministratore, sono impegnato costantemente a discutere della necessità di avere a disposizione strumenti più incisivi per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’economia privata e negli appalti pubblici, sempre in un contesto di proficua collaborazione con la Prefettura, la Magistratura, le forze sociali».
«Non consento pertanto a nessuno – aggiunge ancora Occhiuto – di fare il populista con equazioni ingannevoli a danno del sottoscritto, poiché il mio unico scopo, quotidianamente, è quello di rendere questa città più bella, più vivibile e libera da ogni possibile contaminazione illegale. Sugli appalti delle grandi opere che vogliamo continuare a realizzare a Cosenza, ho dato disposizione pedissequa di sottoporre il preliminare all’Autorità nazionale Anticorruzione, a conferma – conclude – di come, sostenuto dalla giunta e dalla maggioranza, la difesa reale e non fittizia della legalità e della trasparenza sia per me un obiettivo irrinunciabile. Questi sono fatti, il resto è capzioso qualunquismo che non accetterò mai e che rimando al mittente per ciò che è, ovvero una strumentalizzazione che a nulla di costruttivo serve, se non ad attirare attenzione mediatica».
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