Prossima fermata, consiglio regionale! Tanto ha aspettato, l’invincibile gladiatrice Wanda Ferro, seduta (forzatamente) diligentemente e pazientemente al proprio posto in stazione, che, alla fine, anche il suo treno è passato; l’ha fatta salire a Catanzaro, è ripartito e, infine, è arrivato, giusto giusto con tre anni di ritardo, nella città dello Stretto. Certo, il convoglio di Stato s’è fermato il tempo sufficiente per far scendere lei nel cuore di Palazzo Campanella e caricare chi, invece, è stato costretto a ripartire verso la propria Vibo Valentia, Peppe Mangialavori, medico perfetto e onesto politico, poco simpatico ai burattinai del Palazzo. Ma, tant’è!
L’onesta Wanda già basta fra i banchi del potere. Un doppione – Dio non voglia! – potrebbe diventare un male troppo doloroso da sopportare per le ombre che governano queste nostre contrade. E, dunque: Una e non altri!
Come dire, la quota buona è garantita, e questi onesti non rompano più i maroni con assurde pretese!
Che farà, ora, la Temeraria? – si chiedono in molti. Resterà, magari armata di bussola d’orientamento, in Forza Italia, dopo i silenzi silani della sua coordinatrice e l’indifferenza del resto delle macerie del partito in Calabria? O si doterà di binocolo a infrarossi e si incamminerà nel buio del panorama politico regionale, alla ricerca di un approdo sicuro e che soddisfi la propria storia personale e di lotta a tutela degli interessi della comunità? Al momento, non ci è dato saperlo. Pur avendo consultato una garantitissima sfera di ottimo cristallo e pur avendo consumato tre buoni cucchiai d’olio extravergine d’oliva tuffandone le gocce su un piatto pieno d’acqua di rocca, dell’avvenire politico dell’Amica Wanda non compare alcun segno. Una cosa è certa: come sempre, dovrà fare tutto da sola, senza poter contare su madrine e padrini. Ma, come diceva mia nonna, «a megghjiu strata, è chida chi ti fai sulu, zittu, e ‘n cumpagnia i Nostru Signuri!».
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