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Presentato nella scuola di Dodò Il libro sulle vittime di mafia

CROTONE Tantissimi palloncini bianchi, appesi a un filo, portati per mano da una sagoma di Peter Pan verso un mondo migliore. E su ognuno dei palloncini il nome di una vittima innocente della mafia…

Pubblicato il: 31/01/2017 – 21:02
Presentato nella scuola di Dodò Il libro sulle vittime di mafia

CROTONE Tantissimi palloncini bianchi, appesi a un filo, portati per mano da una sagoma di Peter Pan verso un mondo migliore. E su ognuno dei palloncini il nome di una vittima innocente della mafia. Così a Crotone gli studenti del “Circolo dei piccoli lettori di Margherita”, dell’istituto comprensivo di Papanice, hanno voluto immaginare i destini di 108 bambini uccisi dalla mafia e raccontate nel libro “Al posto sbagliato”, scritto dal giornalista Bruno Palermo ed edito da Rubbettino, con prefazione di Don Luigi Ciotti.
Palermo ha presentato il volume nel corso di un incontro con gli studenti della scuola di Papanice. Un incontro significativo perché l’Istituto comprensivo di Papanice è la scuola che era frequentata da Dodò Gabriele, il bambino di Crotone ucciso per errore nel settembre del 2009 mentre assisteva a una partita di calcetto. «Di quello che è successo a Dodò e agli altri bambini vittime di mafia – ha spiegato il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Margherita, Franco Rizzuti – dobbiamo sempre conservare memoria. Sono dolori che non passano. Incontri come questo sono il segnale che la scuola sa essere anche protagonista».
Nel corso dell’incontro gli studenti hanno dato vita a un reading pubblico che ha preso spunto da alcune storie raccontate nel libro e hanno posto molte domande a Bruno Palermo, secondo il quale «le mafie non hanno un codice d’onore che risparmia donne e bambini. In realtà si tratta di un falso mito perché donne e bambini non sono stati mai risparmiati dalle barbarie».
«Ho imparato dai parenti delle vittime – ha aggiunto Palermo – che c’è speranza. Non hanno tenuto per sé il loro dolore ma lo hanno utilizzato per aiutare gli altri. Come insegnano le storie di Dodò e di Nicholas Green».

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